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Anna Bon (1738 – dopo 1767) Una compositrice veneziana del XVIII secolo / Anna Bon – a Venetian composer of the XVIII century
di Vilma Campitelli
Anna Bon, virtuosa, cantante e compositrice veneziana del XVIII secolo. Un raro esempio di professionista alle corti Europee del ‘700.
Compone pagine per flauto, per voce e per clavicembalo piene di quello spirito fresco e giovane in grado di anticipare stili e tempi. La sua unica biografia si evince dai frontespizi e dalle dediche apposte nelle tre opere da lei pubblicate tra il 1756 ed il 1759.
Si esaminano i luoghi di studio e la vita nel suo percorso artistico.
Anna Bon, personaggio misterioso ed affascinante del XVIII secolo.
Virtuosa, cantante e compositrice, dotata di raro e precoce talento, viene accolta e celebrata nelle delle grandi corti europee del 1700.
La sua unica biografia si evince dai frontespizi e dalle dediche apposte nelle tre opere da lei pubblicate, tra il 1756 ed il 1759, presso la casa editrice “Vedova di Baltas Schmidt” di Norimberga.
Anna Bon è figlia del celebre architetto, scenografo, librettista veneziano Girolamo Bon (Boni, Bonno, Bono, Bonn, Le Bon, Buon, Bunon) e della cantante comica bolognese Rosa Ruvinetti, entrambi legati alla famiglia di Federico II di Prussia, di Pietro I di Russia, di Joseph Esterhazy d’Austria, etc.
Michaela Krucksay*, attribuisce ad Anna Bon la data di nascita al 10 agosto 1738 a Bologna e battezzata l’11 agosto col nome di Anna Ioanna Lucia figlia […] [des] Hieronymi / Boni et […] Rosa Ruvinetti.
(*Michaela Krucsay:Zwischen Aufklärung und barocker Prachtentfaltung. Anna Bon di Venezia und ihre Familie von „Operisten“. (Schriftenreihe des Sophie Drinker Instituts), hrsg. von Freia Hoffmann, Bis-Verlag Universitätsverlag Oldenburg, 2015, ISBN 978-3-8142-2320-9, S. 55.)
Ben poco si conosce sulla formazione musicale di Anna Bon, ma diversi storici citano un registro parrocchiale dove indica la sua ammissione all’Ospedale della Pietà di Venezia a soli 4 anni.
Gli “ospedali”, comunemente chiamati anche “conservatori”, in origine erano luoghi di accoglienza per le trovatelle ma finirono con il diventare istituti di formazione anche per le ragazze di buona famiglia che aspiravano ad essere musiciste.
Quando Anna Bon entrò da studentessa all’Ospedale, fu registrata come “figlia in educazione”, termine che si applicava ai paganti e non agli orfani residenti.
La musica alla Pietà era soprattutto musica sacra e grandi maestri come Antonio Vivaldi visse e lavorò tra il 1704 e il 1740.
Il conservatorio della Pietà si dedicava all’educazione musicale già sul finire del 1300 e nel 1598, un’edizione dei mottetti di Ruggero Giovannelli, è dedicata alle “virtuose giovani del pio loco della Pietà di Venetia”.
In città erano presenti altri 3 “Ospedali” di questo tipo come gli Incurabili, i Mendicanti ed i Derelitti detto anche Ospedaletto. Un brano anonimo ricordava: “Alla Pietà pregano Dio col violino, ai Mendicanti col flauto, all’Ospedaletto col fagotto, agli Incurabili col tamburo”.
I conservatori erano mantenuti a spese dello Stato e le giovani ospiti venivano avviate al canto, alla musica vocale, allo studio strumentale ed alla composizione da famosi maestri quali Monteverdi, Cavalli, Lotti.
Francesco Gasparini è stato per qualche tempo maestro di basso alla Pietà, Onofrio Penati ha insegnato strumenti a fiato e per circa quarant’anni Antonio Vivaldi ha insegnato violino e viola.
Anna Bon fu allieva di Candida della Pietà, maestra di viola che, a sua volta, fu allieva dello stesso Vivaldi. Un documento dell’Ospedale del 1743 afferma che la professoressa Candida dalla viola “ha il privilegio di dare lezioni ad Anna Giovanna Lucia Bon in questo luogo pio”.
I conservatori a Venezia raggiunsero l’apice della loro fama intorno al 1770 ed i responsabili di queste antiche istituzioni sapevano ben pubblicizzare le loro attività musicali. Attraverso delle guide specifiche, si raccomandavano ai visitatori di partecipare alle esperienze musicali presso gli Ospedali di Venezia. Cronisti e viaggiatori stranieri venivano impressionati per la bravura delle giovani interpreti.
Il re Federico IV di Danimarca, l’imperatore Giuseppe II, il papa Pio VI, il granduca Paolo di Russia, la granduchessa sua moglie Sofia e il re Gustavo Adolfo di Svezia, e la nobiltà tutta si recavano spesso a Venezia per ascoltare la musica prodotta da queste giovani donne talentuose e che rappresentavano una delle attrazioni della città.
Non era raro che la nobiltà straniera, ascoltando una composizione eccezionalmente interessante, spesso era chiedere alla compositrice di scrivere un brano per la loro corte. La compositrice ricambiava la stima apponendo la dedica dell’opera al nobile mecenate sul frontespizio della partitura.
Nel 1755 Anna era già a Bayreuth, al servizio di Federico, margravio del Brandeburgo e di sua moglie Guglielmina di Bayreuth, sorella maggiore di Federico il Grande, a sua volta compositrice. Anche i genitori lavoravano contemporaneamente alla corte di Bayreuth in qualità di cantante e di architetto.
Nel 1756 Anna la troviamo a Potsdam, alla corte di Federico il Grande, con il prestigioso incarico di virtuosa di musica da camera.
Fu in quest’anno che a Norimberga, con l’editore “Balthasar Schmidts in Norimberga” pubblica le sue tre opere:
• Sei sonate per flauto traversiere e violoncello o cembalo op.I dedicate al Margravio regnante Friedrich von Brandenburg-Culmbach-Bayreuth;
• Sei Sonate per cembalo, op. II dedicate a Ernestina Augusta Sophia, principessa di Sassonia-Weimar;
• Sei divertimenti per due flauti e cembalo, op. III dedicati al principe elettore Karl Theodor von der Pfalz, Elettore di Baviera.
Della produzione compositiva di Anna Bon, si aggiunge un’aria Astra coeli per soprano, 2 violini, viola e basso composta intorno al 1765/1770, un offertorio Ardete Amore a quattro voci e strumenti e due mottetti: Eia preces et veloces; Gaude gaude gaude Maria.
La corte di Bayreuth nel 1756 era retta dal marchese Friedrich e da sua moglie Wilhelmine, sorella di Federico II di Prussia, entrambi amanti delle arti e della musica. Brandeburgo-Bayreuth-Culmbach era un piccolo stato tedesco ma divenne subito un rinomato centro artistico europeo. Wilhelmine era clavicembalista, liutista e compositrice, Friedrich, come il suo omonimo cognato imperatore, era flautista. Oltre ad un teatro inaugurato nel 1748 che Wilhemina fece costruire dal Bibiena, la corte disponeva di una propria orchestra e di molti valenti musicisti. Il forte legame che legava Wilhemina al fratello ed i comuni ideali culturali e musicali, rendevano costante lo scambio di musicisti fra Bayreuth e Potsdam, quest’ultimo sede della corte dell’imperatore Federico il Grande.
Johan Joachim Quantz, maestro di flauto dell’imperatore, fu anche maestro di Federico di Bayreuth e furono a Bayreuth anche altri maestri quali Benda, Pfeiffer, Falckenhagen, maestro di liuto della marchesa. Per Anna, fra tutti, deve essere stato importante il contatto con Jakob Friedrick Kleinknecht, presente a corte in qualità di vice maestro di cappella e poi di direttore dell’orchestra. Anche Kleinknecht dedica al suo sovrano una raccolta di sei sonate da camera per flauto traversiere solo e cembalo o violoncello scritte nello stile usato a Berlino e nella Germania.
Anna Bon utilizza, nelle composizioni del periodo di Bayreuth, elementi di “Empfinsamkeit” ovvero lo “stile della sensibilità”. Essi sono una variante allo “stile galante” di matrice squisitamente illuministica che voleva esprimere, nel corso di una composizione musicale, non più la descrizione di un solo “affetto” ma una molteplicità di stati emotivi capaci di alternarsi nello sviluppo dell’opera creativa.
La compositrice, nella sua dedica a Federico margravio di Brandeburg, tiene a precisare che “se però si incontrano alcuni passi non molto comodi per il Flauto, perdonerà l’Altezza Vostra Serenissima, mentre essendo il mio Istrumento il Cembalo, non mi sono per anche cognite le finezze ed il facile portamento di questo […]”.
Anna quindi dichiara di non essere flautista ma clavicembalista e chiede scusa in anticipo se il suo Signore troverà difficoltà nell’esecuzione delle sue sonate.
Le 6 Sonate op.I della Bon sono tutte in tre movimenti, quattro dei quali seguono il modello lento-veloce-veloce e due seguono la forma più comune veloce-lento-veloce.
Le Sonate contengono caratteristiche anche tipicamente italiane, una cantabilità che si può far risalire agli anni trascorsi a Venezia e l’influenza di autori, primo fra tutti Platti, con le sue sonate per flauto traversiere pubblicate anch’esse a Norimberga nel 1743.
Nell’analizzare le varie Sonate si possono trovare idiomi sia del primo periodo classico che del tardo barocco. La forma di queste sonate sono tutte in 3 movimenti e lo stile è tipicamente associabile al primo periodo classico. Tutti i movimenti di ogni sonata sono nella stessa tonalità, una tradizione tipica della suite da ballo barocca.
I fraseggi non sono estesi ed ogni movimento è tematicamente indipendente. La gamma delle sue melodie è mantenuta entro un’ottava e spesso i contorni degli accordi sono usati come materiale melodico.
Armonicamente, la maggior parte dei movimenti segue la pratica standard di modulazione alla dominante se proveniente da una tonalità maggiore oppure segue la modulazione alla relativa maggiore se proviene da una tonalità minore. Le sue modulazioni sono logiche e chiare e si riaffermano i principi dell’architettura tonale.
Una copia manoscritta dell’op.1 di Anna Bon si trova a Copenaghen e appare essere una copia dell’edizione stampata originale.
Le Sei Sonate per cembalo op.II sono “stampate alle spese della Vedova di Balt: Schmidt in Norimberga” nel 1757.
Le sonate sono tutte in tre movimenti e seguono tutte lo schema veloce-lento-veloce.
I movimenti lenti presentano melodie semplici e si prestano a ornamenti liberi mentre i tempi veloci si distinguono particolarmente nella struttura armonica e ritmica. Queste sonate hanno un senso di raffinatezza tecnica ed innocenza giovanile.
L’entusiasmo risiede nelle idee musicali e nell’interazione tra tonalità e forza performativa.
La dedica alla Principessa di Sachsen Weimar integralmente recita:
Altezza Serenissima
Sicome la Musica è forse la più dilettevole occupazione per ricreare lo Spirito di Vostra Altezza Ser.ma in qualche ora del giorno, così (lusingata di poter procurare a me stessa quest’onore e vantaggio) pongo a Piedi Va Alt.zza Ser.ma questi sei divertimenti per il Cembalo, Opera Seconda della mia debole composizione.
La Clemenza dell’Altezza Va Ser.ma suplirà alle mancanze del Libro, quale portando in fronte l’Illustre Nome dell’Altezza Vostra Serenissima, Principessa molto versata in si bell’arte, comparirà di più merito, e resterà più sicuro da Crittica.
In Segno dunque del mio più profondo rispetto, benigna gradisca l’Altezza Va Ser.ma questo mio tributo, e mi creda sin ch’averò vita.
Da Vostra Altezza Serenissima
Vm.ma Divotisma ed Obligatma
Serva
Anna Bon
L’ultima raccolta di Anna Bon, di cui si ha conoscenza, sono i Sei Divertimenti per due flauti e continuo op. 3, pubblicati nel 1759. A differenza delle sue prime due raccolte, la stampa non reca la data di composizione. Poiché il frontespizio indica che le sonate sono state “presentate d’età d’anni dieci nove”, possiamo supporre che siano apparse circa nel 1759.
Il frontespizio porta il titolo di Sei Divertimenti a Due Flauti e Basso ma ogni singolo divertimento dell’edizione stampata, è contrassegnato con il titolo di “Trio” portando un’incongruenza con il titolo principale di Divertimento.
Con questa opera Anna non si identifica più al servizio di alcun mecenate e la raccolta è dedicata a Carl Theodor, elettore di Baviera.
Il duca fu celebrato dai suoi contemporanei per lo speciale interesse alle attività artistiche e scientifiche. Possedeva un’intelligenza raffinata, buon gusto ed era anche un esperto flautista. Carl Theodore è ricordato per aver contribuito allo sviluppo delle attività musicali di Mannheim e per aver incoraggiato all’arte tanti giovani talenti. A corte erano attivi compositori, insegnanti e musici orchestrali come Johann Stamitz, Franz Xaver Richter, Ignaz Hofbauer e Christian Cannabich. Gli interessi artistici dell’Elettore includevano non solo la musica ma anche le belle arti, il teatro, l’architettura e il design dei giardini. Mannheim divenne l’Atene tedesca.
A differenza delle sonate op.1, i 6 Divertimenti per due flauti e basso continuo, non vengono stampati in modalità partitura cosicché ogni parte di strumento (flauto 1, flauto 2, basso continuo, violoncello) è su parte singola.
Stilisticamente l’opus 3 presenta le caratteristiche dello stile galante. Le tessiture leggere e le frasi equilibrate riflettono un modello di progressione armonica più lenta. I movimenti di ciascun Trio non contengono elementi ritmici e melodici delle danze e le composizioni mostrano sviluppi di evoluzione musicale tra il barocco ed il classico.
Con queste sonate, Bon sperimenta la dinamica di suoni forti e morbidi, scale e timbri contrastanti tra flauti e basso continuo. La compositrice abbraccia le differenze e le intreccia per creare un nuovo insieme: un arazzo di vari colori, trame e dimensioni.
Una copia manoscritta dell’op.3 di Anna Bon si trova nella Bibliotheque Conservatoire Royal/Bibliotheek Koninklijk Conservatorium di Bruxelles, Belgio.
Dopo la morte di Wilhemina avvenuta nel 1758, le attività artistiche della corte subirono una progressiva decadenza e la famiglia Bon torna a fare tournèe in giro per l’Europa. Per i successivi 4 anni sono coinvolti nel cast e produzione di opere a Pressburg, Norimberga e Eisenstadt.
Nel 1762 i Bon si trasferiscono definitivamente a Eisenstadt, presso la corte del principe Nikolaus von Esterhàzy (1714-1791), dove l’anno prima era approdato anche Haydn come maestro di cappella. Nel contratto datato 1 luglio Anna viene chiamata non con il suo nome ma come “figlia” ed il nome della madre appare solo come “la moglie di Hieronymus Bon”.
Qui tutta la famiglia Bon trova un nuovo ingaggio: Rosa e Anna come cantanti e Girolamo come scenografo.
La famiglia Bon e Haydn svolsero insieme importanti produzioni. Sembra che Girolamo abbia scritto i testi per alcune delle prime cantate di Haydn ed Haydn compose arie appositamente per Rosa.
Nel 1764 Joseph compone una cantata in omaggio al suo datore di lavoro, il principe Esterhazy, e scrisse il nome di Anna Bon come parte del cast.
Nella Cantata in Do, in cui all’inizio del secondo movimento “Coro” Sembra che in questo giorno” vengono indicati come solisti: “Sig.ra [Rosa] Bon” (soprano I) e “Sira [Anna] Bon“ (sopranoII).
Anche nella cantata di benvenuto per il principe Esterazy “Al tuo arriva felice”, nel cast sono comprese come soliste “Sigra Bon” (Rosa) 1° soprano e “Sira Bon” (Anna) 2° soprano. La cantata fu eseguita nella primavera del 1764 quando il principe tornò dalle celebrazioni dell’incoronazione da Francoforte.
È probabile che Anna abbia vissuto a corte fino al 1765 e che nel frattempo abbia composto altri lavori tra cui un’opera.
Le ultime notizie su Anna risalgono al 1767, segnalata con il marito, il cantante Francesco Mongeri presumibilmente alla corte di Hildburghausen in Turingia.
Nel complesso la biografia si presenta alquanto scarna se paragonata al valore della compositrice la cui attività iniziava già in età giovanissima.
Mentre i suoi ultimi anni restano un mistero, i dettagli della sua carriera e della sua vita personale sono una fonte documentale importante.
La musica di Anna Bon ci dimostra la sua raffinata sensibilità, maestria e solida formazione nell’arte compositiva.
Ha abilmente abbracciato il piacere della diversità con lo stile tardo barocco ma ha anche ampliato il concetto di forma musicale rimandando allo stile classico nell’equilibrio delle forme e dell’espressione.
Sebbene fosse tanto giovane ed avviata una carriera compositiva, le sue 3 opere pubblicate possiedono tutte quelle qualità artistiche di un musicista maturo oltre i suoi anni.
Opus I
Sei sonate per flauto traversiere e violoncello o cembalo (1756 )
VI / Sonate da Camera / per il / Flauto Traversiere / e Violoncello o Cembalo / dedicate / All ‘Altezza Serenissima / Di / Federico / Margravio Regnante / Di / Brandenburg Culmbach etc: etc: etc: / Composte / da / Anna Bon di Venezia / Virtuosa di Musica di Camera / all ‘attuale Servizio / dell’ / Altezza Serenissima sudetta / e presentemente in età d’anni sedeci / Opera prima / Stampate alle spese della Vedova di Baltas: Schmidt / in Norimberga / 1756 / Nro. XXXXVI.
- I – Adagio 4/4-Allegro 4/4-Presto 2/4 (C/C/C)
- II – Largo 4/4-Allegro 4/4-Allegro 3/8 (F/F/F)
- III – Andantino 2/4-Allegro C-Minuetto 3/4/Minor/Da Capo il Maggio (B/B/B-b-B)
- IV – Allegro moderato 4/4-Andante C-Allegro assai 3/4 (D/d/D)
- V – Allegretto 3/4-Andante staccato 3/8-Allegro 2/4 (g/g/g)
- VI – Adagio C-Allegro 2/4-Menuet con Varazione 3/4 (G/G/G)
Opus II
Sei sonate per il cembalo (1757 )
Sei Sonate/ Per il Cembalo/ […] Ernestina Augusta Sophie/Principessa/ Di Sachsen Weimar etc:etc:/ […] in età d’anni/ dieci sette/ Opera secunda/ […] 1757./ Nro. XXXXIX.
- I – Allegro 4/4-Andantino 4/4-Allegretto 3/8 (g/g/g)
- II – Allegro non molto 3/4-Andante 2/4-Allegro 2/4 (B/g/B)
- III – Allegretto 2/4-Adagio 4/4-Minuetto 3/4/Trio/Minuetto Da Capo (F/F-f-F/F)
- IV – Allegro 2/4-Largo 3/4-Allegro assai 2/4 (C/a/C)
- V – Allegro moderato 4/4-Adagio non molto 3/4-Allegro 2/4 (h/H/h)
- VI – Allegro 4/4-Andante 4/4-Minuetto con Variazioni 3/4 (C/F/C)
Opus III
Sei divertimenti per due flauti e basso continuo (1759)
Sei Divertimenti/ a Due Flauti, e Basso/ Dedicate/ All’Altezza Serenissima Elettorale/ Di/ Carlo Teodoro/ […] d’anni dieci nove./ Opera Terza/ [senza anno] […] Nro. LIII.
- I – Adagio 4/4-Allegro 4/4-Allegretto 2/4 (G/G/G)
- II – Andante 4/4-Fuga 3/4-Allegretto 3/8 (D/A/D)
- III – Andantino 6/8-Allegro 4/4-Presto 2/4 (d/F/d)
- IV – Allegretto 2/4-Adagio 3/4-Allegro 3/8 (G/C/G)
- V – Andante 2/4-Allegro 2/4-Allegretto 3/8 (C/C/C)
- VI – Allegretto 2/4-Adagio mà non molto 4/4, Allegro 3/8 (A/D/A)
Astra coeli (1765/1770)
Aria sacra per soprano, 2 violini, viola, basso.
Astra coeli jam intona
Corda nostra sic leva
Coelorum sacrata
Numina cantateHoc est grata amoris dies
Hoc est cordis quies
Cum sancto trumphate
Deum laudate. Lodare Dio
BIBLIOGRAFIA
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Vilma Campitelli
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VILMA CAMPITELLI, flautista, nata a Lanciano (CH) ha seguito gli studi musicali presso il Conservatorio di Pescara, presso la Hochschule di Winterthur (Svizzera) e laureata in “Discipline Musicali” presso il Conservatorio di Campobasso con votaz.”110 e lode con menzione”
Vanta nel suo curriculum concerti sia da solista che in formazioni cameristiche tenendo esecuzioni in paesi Europei, Asiatici ed Americani riscuotendo unanime successo di pubblico e di critica.
Ha inciso per la Edipan (Roma), Luna Rossa Classic (Lecce), Fabrik Music (Francia), effettuato registrazioni radio-televisive per diversi programmi RAI e collaborazioni artistiche in campo teatrale.
Scelta dalla Fondazione Adkins Chiti Donne in Musica (Fiuggi-Italia), ha svolto da “studiosa-residente” il progetto europeo WIMUST finalizzato a promuovere la musica e talenti, il repertorio e le strategie per la piena attuazione della risoluzione 2009 dell’UE per le pari opportunità in ogni Stato membro. Nel 2018 interamente sotto la sua cura, è stato pubblicato il volume Compendium Musicae Flauta (ed. Smasher), la prima opera universale sul repertorio flautistico scritto da compositrici. Ha inoltre pubblicato articoli su biografie di compositrici e ricerche in campo della musica esperienziale.
Attualmente è docente di flauto presso il Conservatorio “U. Giordano” di Musica di Foggia, sez. di Rodi Garganico, Italia.
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