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Principessa Anna Amalia di Prussia (1723-1787): Compositrice e Mecenate
di Vilma Campitelli
Abstract
Principessa, compositrice e badessa. Sorella minore del Re Federico II di Prussia, fin da piccola amava la musica ma la sua istruzione fu possibile solo dopo la morte del padre. In età matura inizia lo studio della composizione con J. Ph. Kirnberger, allievo di Bach e compone sonate, corali, brani cameristici, marce che purtroppo, in gran parte, sono andati distrutti.
È ricordata soprattutto per la Amalien-Bibliothek una collezione di oltre 600 volumi di manoscritti di compositori tra cui J. S. Bach, Handel, Telemann, C. Ph. E. Bach. La sua intera biblioteca contiene circa 2.200 volumi ed è conservata nella Deutche Staatsbibliothek di Berlino.
Anna Amalia di Prussia, nasce a Berlino (Germania), è la dodicesima figlia e la settima femmina del Re Federico Guglielmo I di Prussia e di Sophia Dorothea di Hannover. Sorella minore di Wilhemine von Bayreuth e del futuro Re Federico II, ama la musica, suona il flauto, il violino, l’organo e il clavicembalo.
La corte di Prussia
Nel corso del XVIII secolo, la corte prussiana subisce molti cambiamenti culturali a causa della successione di due sovrani con visioni molto diverse sulla musica e sull’arte. Sotto il regno del re soldato Federico Guglielmo I, la corte era austera, senza eccessi, frivolezze o lusso. Dopo l’ascesa al trono di suo figlio, Federico II (Federico il Grande), forse anche per gli effetti espansivi dell’illuminismo, i palazzi reali divennero centri culturali di musica, arte e filosofia.
In campo musicale attirò molti compositori famosi quali Johann Sebastian Bach, Johann Hasse, Franz Benda, i fratelli Graun. Le arti fiorirono, l’opera e il balletto conobbero una rinascita ma la musica ebbe la priorità. Johann Joachim Quantz, Carl Philipp Emanuel Bach, Johann Kirnberger e Friedrich Wilhelm Marpurg scrissero i loro famosi trattati e contribuirono ad approfondire la conoscenza della teoria musicale. Federico il Grande era ampiamente conosciuto sia come flautista che compositore e lasciò centinaia di opere quali concerti, sonate, marce, etc.
Nella corte Prussiana, il concetto di uguaglianza non era forte; le donne sono state minimizzate o completamente rimosse dalla documentazione storica in molte aree e Wilhelmina, Anna Amalia sono spesso relegate a quella posizione secondaria, come sorelle di qualcuno più importante. Mentre gli storici, dopo la morte del padre conservatore, hanno attribuito al Re Federico II il merito di aver creato la rinascita musicale in Prussia, i contributi musicali delle sue sorelle Wilhelmine von Bayreuth e Anna Amalia di Prussia, sono stati in gran parte ignorati.
Persino la presenza di una terza compositrice, Anna Bon (https://thebabelflute.com/anna-bon-a-venetian-composer/) rimane largamente sconosciuta seppur, grazie agli auspici di Wilhelmine, la sedicenne veneziana Anna è alla corte di Bayreuth nella posizione altamente rispettata di Virtuosa di Camera.
Wilhelmine e Anna Amalia svilupparono forti legami familiari con il fratello Federico e, grazie ai loro interessi condivisi per l’arte, entrambe le sorelle ne divennero a pieno titolo devote protettrici e protagoniste per lo sviluppo della musica a Berlino.
L’infanzia di Amalia
Anna Amalia nasce il 9 novembre del 1723. Sua sorella Wilhelmine, racconta nelle memorie che
“…mia madre, negli ultimi sette mesi, era stata male in salute. Le sue condizioni erano strane e nessuno dei medici sapeva quale fosse veramente il problema. Ogni mattina il suo corpo era stranamente gonfio e verso sera il gonfiore scompariva. Per qualche tempo avevano presupposto fosse incinta ma infine i medici pensarono che l’indisposizione provenisse da altra causa ma che non era affatto preoccupante. L’8 di novembre il Re aveva fissato la partenza per Ghöer. Doveva partire la mattina presto e noi tutti, la sera prima, l’avevamo salutato: ma un avvenimento ritardò la sua partenza. Nella notte la regina fu colta da dolori violenti di colica però alcuni indizi le permisero di capire che invece era in travaglio pertanto chiese aiuto. Prima che arrivassero l’ostetrica ed il medico, la regina partorì sana e salva una principessa ma non c’era nessuno con lei oltre al Re e ad una dama di corte. Non c’erano culle pronte, né vestiti per bambini. Non vi fu mai tanta confusione e costernazione come quella notte. Subito dopo la nascita della bambina venni chiamata, dal Re e ricordo di non averlo mai visto di umore migliore; lui era felice di essere stato utile sia come medico che come infermiere.”
Wilhelmine prosegue il racconto spiegando che lei, insieme a suo fratello (probabilmente Frederico, essendo il figlio maggiore), il duca di Gloucester e la principessa Amalia d’Inghilterra furono scelti come padrini della piccola principessa. Nel pomeriggio la battezzarono col nome di Anna Amalia. La principessa doveva chiamarsi Anne Marie ma il nome Amalia le viene dato al battesimo per onorare la madrina, principessa Amalia d’Inghilterra.
Crescere nella famiglia reale era notoriamente difficile. Il re Federico I era un uomo irritante e talvolta violento, disprezzava tutto ciò che era culturale. Si racconta che dopo la nascita inaspettata di Anna Amalia, il re divenne profondamente dubbioso nei confronti di sua moglie e, spesso la insultava di cose infondate. Ebbe sospetto anche sulla sua infedeltà. La reputazione della regina Sofia, tuttavia, era irreprensibile e tutti presero parte con tale veemenza [a favore della regina] che i suoi sospetti furono completamente fugati… Allora chiese perdono alla regina e la pace fu ristabilita.
La regina Sofia Dorotea di Hannover non somigliava per niente a suo marito; apprezzava la cultura, amava la musica e l’arte e incoraggiava segretamente i suoi figli a queste attività.
Le memorie di Wilhelmina contengono molti altri episodi in cui il Re picchiava i figli. Veniva descritto come un despota che aveva saputo trasformare in un inferno la vita domestica. Federico I governava la casa con paura; vari aneddoti ricordano che il re trattò tutti i figli con grande crudeltà, e nella sua ira un giorno trascinò perfino la piccola Anna Amalia per i capelli nella sua stanza.
Queste difficoltà probabilmente hanno unito i fratelli Wilhelmina, Anna Amalia e Federico, nonostante le differenze di età. La musica divenne la loro consolazione segreta. Tutti i quattordici figli furono cresciuti dalla madre Sophia Dorothea, che era una donna colta, parlava correntemente il francese e instillava nei suoi figli l’amore per le belle arti, la musica e, soprattutto, per la cultura francese.
L’età giovanile
Anna Amalia trascorre quasi tutta la sua vita a Berlino. Suo fratello, flautista, compositore e poi re Federico II di Prussia (1712-1786), riceve da bambino un’educazione musicale approfondita, mentre le sue sorelle ricevettero lezioni solo per un breve periodo.
Anna Amalia ebbe le sue prime lezioni musicali da suo fratello, è indicativo un quaderno musicale del 1735 che condivideva con la sorella Ulrica dove si riporta che egli [Federico il Grande] diede alla sua sorellina Anna Amalia le sue prime lezioni, che lei ricordava sempre con grande affetto.
Una lettera della quindicenne Anna Amalia a Federico rivela quanto fosse importante già allora per lei suonare uno strumento:
“Mio caro fratello, sai che da qualche tempo mi interesso un po’ di musica e ne sono appassionata. Saresti così gentile da aiutarmi in questo nobile intento e mandarmi dei bei brani con cui potrei continuare a esercitarmi”.
Solo dopo la morte del padre avvenuto nel 1740 lei e sua sorella Ulrike ricevettero lezioni di pianoforte e canto dall’organista della cattedrale Gottlieb Hayne, che in precedenza aveva insegnato al fratello Friedrich.
In quello stesso anno Anna Amalia riceve un flauto da Friedrich e successivamente si cimenta anche allo studio del violino, del pianoforte e dell’organo. Il suo modo di suonare il clavicembalo, tuttavia, fu presto elogiato, e il suo duro lavoro portò sua sorella Ulrike alla “disperazione”.
Scrive Ulrike in una lettera al fratello
“Mia sorella Amalie stava tutto il giorno al clavicembalo, e questo spesso mi dava sui nervi perché, io che stavo nella stessa stanza ero impedita di leggere e scrivere”.
Le regolari lezioni di musica di Anna Amalia terminano verso il 1744, con il matrimonio di sua sorella Ulrike. Tuttavia, aveva fatto i suoi primi tentativi di composizione già all’età di 20 anni. Negli anni successivi è apparsa come pianista alle celebrazioni di corte, dove ha anche diretto ed eseguito le proprie composizioni.
Amalia e le scelte amorose
Quando il vecchio re muore, Federico sale al trono e porta con sé nella corte tanti musicisti. Ciò che era stato proibito prima, ora era ampiamente possibile. Anna Amalia poteva finalmente ascoltare l’opera italiana, studiare e dedicarsi ad altre attività piacevoli.
Ora però Federico è un altro uomo, la sua figura incarna le più emblematiche contraddizioni di cui sono investiti i principi tedeschi del suo tempo: tiranni con i sudditi ma mecenati con gli artisti, tolleranti con i pensatori ma implacabili con gli oppositori ma sa operare genialmente nei campi delle lettere e della musica. L’assolutismo non conosce attenuazioni e lo sfruttamento del popolo è al di sopra di ogni immaginazione.
Ufficialmente la principessa Amalia non si sposò mai sebbene varie fonti raccontano potenziali storie d’amore. Fu sempre il fratello Federico a gestire la scelta matrimoniale della sorella secondo gli interessi del regno.
Amalia un tempo era considerata una possibile sposa del principe di Svezia. In un primo momento suo padre la riteneva molto più adeguata di sua sorella Luisa Ulrica, definita da Federico II di temperamento arrogante e intrigante mentre la giovane Anna Amalia sarebbe stata un duttile strumento per la politica prussiana in Svezia. Malgrado questo e forse intuendo il gioco di potere, la corona svedese optò per Luisa Ulrica e Anna Amalia rimase sola e abbandonata a un passo dal matrimonio.
Il duca di Cumberland era un’altra possibilità, ma Federico lo disapprovava immediatamente.
Grande considerazione poteva esserci per il vedovo re di Danimarca, ma ancora una volta Federico sentì che lei era al di sopra di quel matrimonio. Apparvero molti altri potenziali corteggiatori, i quali furono tutti rifiutati da suo fratello; sembra che sentisse che sua sorella meritava molto meglio di quanto gli veniva presentato e non si accontentava mai. Non era certamente per mancanza di fascino, a detta di tutti era una considerevole bellezza, oltre che molto intelligente.
Voci di un matrimonio segreto e di un figlio tra Anna e il barone Friederich von der Trenck sembrano persistere a causa del film per la televisione del 2003, Trenck – Zwei Herzen gegen die Krone, che racconta una relazione tra i due.
Nel film si indica che il personaggio di Anna è la sorella di Federico II che fu mandata a Quendlinburg per dare alla luce un figlio nato dall’amore segreto. Il matrimonio venne ovviamente tenuto nascosto perché, per questioni dinastiche, ella sarebbe dovuta andare in sposa a un principe di casa regnante di alto lignaggio. Quando suo fratello Federico II, che era salito al potere nel 1740, scoprì l’inganno e il fatto che la sorella era incinta, la rinchiuse immediatamente nell’Abbazia di Quedlinburg un luogo di riguardo ove molte donne aristocratiche venivano inviate in caso di nascite scomode fuori dal matrimonio. Il matrimonio di Anna Amalia venne annullato su richiesta di Federico II e il barone von der Trenck venne imprigionato per 10 anni, anche se continuò a tenere una fitta corrispondenza con l’amata, sino alla morte.
Lo studio della composizione e mecenate dell’arte
Da bambina Anna Amalia fu nominata canonica dell’Abbazia di Herford, nel 1744 divenne coadiutrice del monastero di Quedlinburg e nel 1755 fu nominata badessa secolare in questo monastero divenendo una donna ricca e molto in vista per la società dell’epoca. Questa posizione le fornì una costante fonte di reddito, liberandola notevolmente dalla dipendenza di suo fratello e permettendole di diventare la protettrice dei più grandi compositori, scrittori e artisti del suo tempo. La principessa continuò a risiedere a Berlino, visitando Quendlinburg solo tre volte durante i suoi trentun anni di mandato.
Fu durante questo periodo che Kirnberger entrò al suo servizio e lei inizia uno studio sistematico della teoria musicale e della composizione basato su rigorose regole contrappuntistiche. Continuò a studiare con lui fino alla sua morte, confidandogli i suoi pensieri in brevi note che toccano molte questioni musicali e tecniche compositive, stili musicali, compositori e teorici, i pregi di vari generi musicali e un percepito declino della musica e della morale. Solo una parte delle composizioni di Amalia sono però giunte sino a noi in quanto molte di loro sono state distrutte da lei stessa non ritenendole all’altezza dei suoi standard.
La descrizione del carattere di Amalia fatta dal conte Heinrich von Lehndorff sembra rispecchiare in modo vivido le dissonanze della sua vita:
“È proprio vero che la principessa ha un comportamento unico, le onde del mare non sono più turbolente del suo comportamento, bonaria e dispettosa, filosofa, mondana e pia donna, lei è di volta in volta tutte queste cose, dieci volte alla settimana si accontenta ed è insoddisfatta”.
Sotto l’occhio vigile di Kirnberger, Anna Amalia studia le opere dei maestri musicisti alla corte di Federico, tra cui Ludwig Christian Hasse, Johann Gottlieb Graun e Johann Georg Anton Benda. Mantenne anche una stretta corrispondenza con C.P.E. Bach, che aveva lasciato la corte prussiana “disincantato e insoddisfatto dell’atteggiamento dogmatico di Federico nei confronti della musica”.
Amalia nel 1783 scrive al suo maestro:
In tutte le cose, una nobile semplicità è molto più difficile e duratura del sapere scolastico accumulato.
La principessa è sostenitrice del movimento musicale preclassico ed abbraccia l’Empfindsamer Stil (stile sensibile). Ricerca una rispondenza nella musica alle mutevoli disposizioni dell’animo che si traducono in composizioni caratterizzate da continui ed improvvisi contrasti espressivi. Strettamente legato alla “sensibilità” conferisce alla composizione un’aura di semplicità e naturalezza, qualità molto apprezzate nella visione filosofica dell’Illuminismo.
Anna Amalia compone molte opere tra cui: Sonata in Fa Magg per flauto e basso continuo, Trio Sonata in Re Magg. per 2 Violini e Basso Continuo, Duetti per Violino e Viola, 4 Regimentmarsche, musica per Organo e vari brani vocali e corali.
Tra le sue opere più importanti troviamo l’oratorio Der Tod Jesu su testo del poeta Karl Wilhelm Ramler. Il successo incontrato da questa composizione, eseguita per la prima volta nella cattedrale di Berlino il 26 marzo 1755, fu tale che la partitura continuò ad essere proposta in esecuzioni ufficiali per quasi tutto 1’800.
In tutti i Venerdì Santo questa opera venne eseguita ininterrottamente fra gli anni 1807 e 1858 e poi ancora fra il 1866 ed il 1884; essa venne soppiantata solo dal definitivo recupero della Passione secondo San Matteo di J. S. Bach.
Le cantate di Amalia saranno considerate dai musicisti dell’epoca come un capolavoro di contrappunto. La principessa si considerava anche un’organista e ne commissiona due di grandi dimensioni nel 1755 e nel 1772.
Nel 1755 fece costruire per lei un organo nel Palazzo della Città di Berlino, che in seguito aveva trasferito al Palais Unter den Linden nel 1767; dopo la sua morte l’organo fu trasferito nella Schlosskirche di Berlino, dove si trova tuttora.
Nello stesso anno commissiona un organo a due manuali con 22 registri, un concetto sonoro insolito per l’epoca e fu realizzato secondo i suoi desideri dal costruttore di organi berlinese Peter Migendt. La sua situazione finanziaria era migliorata – grazie alle entrate degli uffici monastici – tanto da poterne finanziare la costruzione. L’organo era uno strumento insolito in casa a quel tempo ed il suo entusiasmo incontrava stranezze in coloro che la circondavano.
Anna Amalia scrive alla sorella Wilhelmina:
Oggi ho suonato per la prima volta il mio organo. La contessa Schwerin [Hofmeisterin di Amalia] dice che è un po’ rumoroso, il che è naturale, ma il suono è affascinante. Vi chiedo di condividere questo con i miei fratelli. I ragazzi della strada non si fermavano ad ascoltare, anche se le porte dei balconi erano aperte, il che dimostra che questo strumento non ha il volume tipico degli organi da chiesa. Mi eserciterò ad accompagnare ciascuno dei miei fratelli in ogni assolo senza perdere un semitono del loro basso. […] Ci vado dopo ogni cena [sic]. È l’unico esercizio che mi concedo e l’unica cosa che mi piace”
La lettera è firmata “Amelie Organiste”
La principessa tenne per anni un celebre salotto culturale nel palazzo invernale Unter den Linden ed in estate nella residenza della Wilhelmstrasse, 102. Le sue serate musicali attiravano artisti illustri da tutta Europa. Amalia era convinta sostenitrice dell’importanza sociale ed educativa della musica. La musica si fondava su un sistema consolidato di regole universalmente accettate che permetteva di esprimere in modo efficace ed immediatamente percepibile le più sottili sfumature del proprio sentimento.
È facile ricavare un parallelismo tra conservatorismo della principessa in campo compositivo esecutivo e la sua condanna alla musica contemporanea insofferente nei confronti delle regole classiche.
Amalia e il testamento
Amalia amava la musica di J S Bach e collezionava i suoi manoscritti su larga scala. Negli anni Cinquanta del Settecento continuò a collezionare spartiti con il notevole aiuto del suo insegnante, Johann Philipp Kirnberger. La sua preziosa collezione, che comprende, tra l’altro, le partiture dei Concerti Brandeburghesi, della Passione secondo Matteo, manoscritti di Palestrina, Telemann, Handel, Haydn, costituirà una fonte primaria della rinascita del culto della musica di Bach e dei suoi contemporanei.
La principessa era molto orgogliosa della sua biblioteca e ne garantì la sicurezza nel suo testamento datato 3 luglio 1782. Lasciò la sua preziosa biblioteca di libri, spartiti musicali e dipinti al Ginnasio Joachimsthaler, con l’espressa raccomandazione che ogni elemento fosse trattato con cura.
Anna Amalia muore il 30 marzo 1787, dopo una “grave e dolorosa operazione agli occhi” e una persistente infermità che le impediva il movimento delle mani. Fu sepolta il 6 aprile 1787 nella cappella degli Hohenzollern del Duomo di Berlino.
Le composizioni per flauto
Sonata in Fa Maggiore per fl e bc;
Trio in Re Maggiore per 2 violini (flauto-violino) e Basso con cembalo (Allegro);
Sinfonia per 2 flauti, 2 oboi, 2 violini, viola, violoncello (Allegro-Andante-Vivace);
Concerto in G major per clavicembalo, 2 flauti, 2 oboi, 2 fagotti e archi (Allegro-Andantino-Allegro)
Concerto per 12 strumenti per Voce di Mezzosoprano, 2 flauti, 2 oboi, fagotto, 2 corni, 2 violini, viola, cembalo;
La Sonata in Fa Magg per flauto
La sonata in Fa maggiore per flauto fu composta a Berlino il 16 gennaio 1771, sedici anni dopo il suo mandato di badessa. È stato scritto per flauto traverso con basso continuo. Sebbene la tonalità del Fa maggiore non fosse la più comoda sui flauti dell’epoca, sembra che Anna l’abbia pensato come una piccola sfida per il fratello flautista Federico. È composto in tre movimenti, Adagio, Allegretto e Allegro ma non troppo, segue lo schema lento-veloce-veloce come in uso in quel periodo.
La sonata è interessante nella sua semplicità e tutti i movimenti seguono un fraseggio chiaramente definito. In quanto prodotto del suo ambiente e della sua epoca, il lavoro di Anna Amalia è da considerare come brano di repertorio, di ricerca e di curiosità.
Il primo movimento un Adagio simile ad un’aria. Si apre in Fa Maggiore in un tempo di 3/4 con un semplice motivo di semiminima che più volte si ripresenta nel resto del movimento. Il fraseggio di quattro misure è chiaramente contrassegnato da cadenze e il materiale tematico differisce in ciascuna. L’ornamentazione è quasi assente e vengono fornite poche indicazioni dinamiche, lasciando all’esecutore la libertà di improvvisare a piacimento.
Il secondo movimento, è un Allegretto. Inizia in Fa maggiore nel ritmo del 4/4. Questo movimento è probabilmente basato su un’Allemande, spesso usata da J.S. Bach. L’uso degli ornamenti da parte di Anna Amalia è caratteristico dell’Empfindsamer Stil (stile sensibile). Il fraseggio è coerente, e, come nel primo movimento, fa pensare ad un tempo di danza. Dei tre, questo movimento è quello che più rievoca J.S. Bach, con chiare influenze dalle sue sonate per flauto, in particolare quella in mi maggiore BWV 1035.
Il terzo movimento è contrassegnato da Allegro ma non troppo. Stilisticamente è una giga. È in 3/8 e, coerentemente, inizia in Fa maggiore.
La sonata è costruita su una falsa semplicità, contiene il classico gusto prussiano ed utilizza ornamenti virtuosistici, svolte armoniche senza rompere il carattere elegante ed equilibrato della Sonata.
Sonata in Fa maggiore for flute and clavicembalo
Sonata in Fa maggiore for flute traversiere and basso continuo
Bibliografia
- Patricia Adkins Chiti. Donne in Musica. Roma: Armando Editore, 1996.
- Wilhelmine von Bayreuth. Memoirs of Frederica Sophia Wilhelmina, Princess Royal of Prussia, Margravine of Bayreuth, sister of Frederick the Great. Boston: J.R. Osgood and Company, 1877.
- Vilma Campitelli. Compendium Musicae Flauta, Barcellona P.G.: Smasher edizioni, 2018.
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- Ellen Elizabeth Exner: The Forging of a Golden Age: King Frederick the Great and Music for Berlin, 1732 to 1756 These in Doctor of Philosophy Harvard University 2010, USA: Cambridge Massachusetts, Harvard University.
- Sheila Joy Hornberger In the shadow of greatness: women composers and their flute sonatas at the prussian court, 1730-1771. Master’s These. USA: The Pennsylvania State University 2020.
- Karin Pendle. Donne e Musica. Il 2. edizione Bloomington: Indiana University Press, 2001.
- Marc Serge Riviere and Annett Volmer. The Library of an Enlightened Prussian Princess. Berlin: Spitz, 2002;
- Carl Sachs. Prinzessin A. von Preussen als Musikerin, in “Hohenzollern-Jahrbuch”, 1910.
Vilma Campitelli
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VILMA CAMPITELLI, flautista, nata a Lanciano (CH) ha seguito gli studi musicali presso il Conservatorio di Pescara, presso la Hochschule di Winterthur (Svizzera) e laureata in “Discipline Musicali” presso il Conservatorio di Campobasso con votaz.”110 e lode con menzione”
Vanta nel suo curriculum concerti sia da solista che in formazioni cameristiche tenendo esecuzioni in paesi Europei, Asiatici ed Americani riscuotendo unanime successo di pubblico e di critica.
Ha inciso per la Edipan (Roma), Luna Rossa Classic (Lecce), Fabrik Music (Francia), effettuato registrazioni radio-televisive per diversi programmi RAI e collaborazioni artistiche in campo teatrale.
Scelta dalla Fondazione Adkins Chiti Donne in Musica (Fiuggi-Italia), ha svolto da “studiosa-residente” il progetto europeo WIMUST finalizzato a promuovere la musica e talenti, il repertorio e le strategie per la piena attuazione della risoluzione 2009 dell’UE per le pari opportunità in ogni Stato membro. Nel 2018 interamente sotto la sua cura, è stato pubblicato il volume Compendium Musicae Flauta (ed. Smasher), la prima opera universale sul repertorio flautistico scritto da compositrici. Ha inoltre pubblicato articoli su biografie di compositrici e ricerche in campo della musica esperienziale.
Attualmente è docente di flauto presso il Conservatorio “U. Giordano” di Musica di Foggia, sez. di Rodi Garganico, Italia.