La bellezza del Alto Flute

by Monica Moroni

Si parla e si conosce poco di questo tipo di flauto mentre è uno strumento prezioso per il suo suono caldo e ricco di armonici.

Si è sempre parlato dei flauti bassi rinascimentali o flauti d’amore barocchi. Ma questo strumento è una invenzione di Bohem che verso la metà degli anni 1850 sviluppò il suo flauto contralto in sol. La data esatta non la si conosce ma dai documenti si può dedurre che il primo flauto contralto nacque tra il 1854 e il 1855, quando Bohem aveva 60 anni. Il primo flauto contralto uscì dal suo laboratorio nel 1858 e fu venduto a Marcel Ciemirski a Lemburgo per 156 fiorini. Su questo strumento, Bohem si proponeva di risolvere molti problemi avuti sui precedenti flauti a bassa frequenza. Utilizzo i sistemi di chiavi già utilizzati nei suoi progetti tra il 1832 e il 1847  per i flauti in do. Così facendo adottò sul  flauto contralto il “Sistema Boehm” già così ampiamente utilizzato sui flauti, consentitendo ai musicisti di poter passare dal flauto in do al flauto contralto senza dover imparare una nuova diteggiatura. Boehm  aveva visto nel flauto contralto un potenziale e una possibilità di poterlo far  diventare uno strumento a sé stante, simile ma allo stesso tempo, indipendente dal flauto in do. Bhoem per realizzare la sua visione su questo strumento oltre ad attuare una qualità del suono completamente nuova ha creato un flauto contralto era proporzionato al flauto in do mantenendo la lunghezza del tubo necessari, ma  aumentando proporzionalmente la dimensione del foro per supportare il registro grave. La posizioni delle chiavi è stata calcolata sullo schema del flauto in do, ma basato alle dimensioni del flauto contralto. Alla fine dei calcoli creò uno strumento ideale ed adatto al registro grave.

Il flauto moderno contralto standar è cambiato poco dai tempi di Boehm. Le aste di collegamento sono posizionate lungo lo stesso lato del flauto e gli strumenti sono disponbili in materiali differenti, il più comune alpacca e argento. Tuttavia, diversi produttori hanno diverse configurazioni chiave e utiizzano diamtri differenti. Quindi c’è una notevole variazione nella qualità del tono e nella risposta e posizioni delle mani tra le marche.

La sua estensione  va dal sol2 (sol sotto il do centrale) al sol5 ( quattro tagli addizionali sopra il rigo in chiave di violino utilizzando le posizioni tipiche del flauto.

Il  flauto contralto  è possibile trovarlo sia con una sola testata dritta, oppure con tutte e due i due tipi di testate: una curva ed una dritta. Come nella foto sottostante.

Di solito, si pensa che la testata curva viene preferita dai flautisti di statura bassa poiché richiede meno problemi alle braccia e ha il baricentro dello strumento più vicino al corpo del flautista e di conseguenza ci si  sentite più sicuri e la tecnica risulta più facile da attuare. Mentre se si usa la testata dritta il flauto è più lontano, le braccia sono più allungate ed anche il baricentro del corpo si trova in posizione differente.  Avendo avuto l’opportunità di avere uno strumento con doppia testata, ho potuto notare che il suono prodotto con la testata ricurva è un po’ più scuro rispetto  al suono  prodotto dallo stesso flauto in cui si è posizionato la  testata lunga. Per cui, se si ha possibilità di scegliere la testata ,consiglio di provare con tutte e due le testate l’esecuzione del brano prima di decidere quella più congeniale per poter attuare una buona  esecuzione.

Di solito il flauto contralto viene usato in ensemble di flauti, ormai diffuse in tutto il mondo ed in particolare negli Usa e nel Giappone. Nel repertorio solistico colto partendo dagli anni 1950 i compositori che si sono avvicinati al flauto contralto sono: A. Jolivet “Incantation…pour que l’image devienne symbole”; S: Sciarrino  “L’aure in una lontananza” per citarne alcuni. Approfondendo le mie ricerche sui flauti contralti ho scoperto che  nel 1990 la flautista olandese Eva Kingma ha inserito nelle chiavi standar del flauto contralto dei fori aperti con una chiave di trillo C diesis e sei chiavi extra consentono di posizionare tasti piccoli su fori aperti sui tasti che non possono essere posizionati direttamente dalle dita (es. G diesis e i tasti del pollice), questo per cosentire quarti di tono su tutta la gamma dello strumento. Ciò ha rivoluzionato le possibilità dei flauti contralto del 21 secolo. Ma ne esistono pochi in commercio i questo tipo.

Ma ora vi  presento queste  esecuzioni in cui  ho usato le due differenti testate così da darvi l’opportunità di poter sentire la differenza del suono e che utilizzano il flauto contralto con altre potenzialità sonore e descrittive.

Qui potete ascoltare questo di E. Lindquist “ Nakota” con il flauto in sol con la testata curva. E’ stato scritto nel 2002 e  riesce a creare una atmosfera particolare.  Questa musica nasce da una esperinza che la compositrice ha vissuto e l’ha espressa musicalmente. Nakoda è il nome della lupa alpha ospite del Peter Lougheed nel Kananaskis nel settembre 2000. Purtroppo se uscivano dall riserva potevano esser uccisi legalmente dai cacciatori e d è quello che è successo a Nakoda. Questo brano è dedicato a tutti i predatori. Qui la compositrice ha inserito con l’aiuto della particolarità sonora del alto flute lululato del lupo e il suo correre per scappare dal cacciatore. Si puo percepire la corsa e la voglia di vivere. Putroppo non si mette in salvo e nel silenziosi sente un colpo di fucile e muore. Da lontano si avverte un ululato disperato del suo compagno che la chiama senza sentire risposta.

Come avete potuto ascoltare, ad un certo punto il flauto e la voce duettano insieme esprimendo la tristezza di cio che succede.

Questo poter raccontare ed esprimere musicalmente una storia devo dire che ha molta presa sul pubblico e il flauto contralto aiuta molto in questo tipo di espressione musicale. Vi posso confermare che il riscontro del pubblico è stato che relamente sentono e rivivono tutta la storia che ho raccontato e mi viene spesso richiesto nelle esecuzioni con il soprannome de “il brano della lupa”.

Ora vi propongo l’ascolto  della “Dama del lago” di R. Iantorni. Tratto dal fim di  “ Ancillotto e Ginevra”.  Qui cerca di esprimere cio che la dama del lago di nome Viviana, una fata,   amorevolmente alleva il nipote Ancillotto e da cui è tratta la storia del Re Artù.

 Qui il flauto duetta con l’Electronic Souds e la testata usata per questa performance è la testata lunga. Come potete sentire il suono è un po’ più aperto rispetto alla testata ricurva. L’atmosfera creata è differente e  mistica, come proprio voleva il compositore, cercando di descrivere la misticità della storia.

Ora vi propongo l’ascolto di Heilingerberg ( Il monte dei santi) di M. Priori. Prende il nome del comune situato nella regione dell’Alto Linzgon. La sua vista panoramica da sul Lago di Costanza e sulle Alpi. Essa è conosciuta con il nome della “Terrazza panoramica del lago”. Qui si può ascoltare il flauto alto usato in un’ampia diversità di altezze sonore  restando nella dolcezza sonora che questo strumento esterna.

Il flauto alto è  per me una continua scoperta per come è così affascinante il suo suono e le ampie possibilità sonore che rinchiude in se


Monica Moroni

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Monica Moroni flautista, concertista italo-sammarinese. Diplomata al Conservatorio “G. Rossini” con il M° F. Di Tommaso si è successivamente perfezionata nel repertorio flautistico dal barocco al contemporaneo con M° Annamaria Morini approfondendo anche il repertorio della famiglia dei flauti. Si esibisce in performance con i suoi flauti, con l’intento di divulgare il repertorio dei flauti, ed in qualità di solista a livello internazionale.  Ha collaborato in ensemble ed  in varie formazioni cameristiche. Collabora con vari compositori ed è anche  sul sito dell’Australian Music Center come esecutrice di alcune pubblicazioni della compositrice K. Tiutiunnik.

Come interprete si adopera a divulgare il repertorio della famiglia dei flauti.    

Ha vinto il 1 premio assoluto  nella sezione musica contemporanea a Lamezia Terme (Italia).