La musica della mia terra

di Onorio Zaralli

Ognuno nasce in un determinato territorio, fatto di storia, di natura, di tradizioni… Anche quando i casi della vita ci portano lontano dai luoghi di origine, rimane sempre qualcosa dentro di noi: un segno particolare, un ricordo lontano e profondo, il tratto distintivo della nostra identità, il colore e il calore di una personale emotività.

Se poi tali luoghi hanno una bellezza straordinaria, appartenere ad essi diventa quasi un privilegio; e se si ha una sensibilità particolare, non sarà difficile riconoscere in questi luoghi i segni di una meraviglia che, una volta entrata nella nostra anima, ci resterà per sempre.

Nella mia adolescenza, sono stati i luoghi in cui ritrovarsi con gli amici per giocare, per fantasticare, per divertirsi; con gli anni, sono diventati i luoghi in cui tornare per riflettere, nel silenzio di una storia millenaria ma sempre viva…

Norba, Ninfa, Sermoneta: è qui che ritrovo le radici della mia identità. Luoghi capaci di trasmettermi – ancora oggi – una energia singolare; capaci di suggestionarmi, di stordirmi, quasi, con la particolarità della loro bellezza. Come musicista, poi, non potevano non ispirarmi…

Ma prima di ascoltare le mie musiche, facciamo un viaggio per apprezzare la bellezza delle mie terre.

ANTICA NORBA

E’ un’area archeologica molto vasta e vicinissima alla città di Norma. La sua porta di accesso (Porta Maggiore) dista meno di 400 metri dalla porta di casa mia. 

Colonia romana e presidio militare, la città di Norba fu distrutta nell’anno 82 avanti Cristo, a seguito della guerra civile che vide lo scontro tra Mario e Silla: Norba si schierò con Mario (zio di Giulio Cesare) e per questo fu distrutta dall’esercito di Silla. Da quel momento, e per più di 2000 anni, non fu più abitata. 

Il nome di Norba è presente nelle opere di autori come Dionigi di Alicarnasso, Tito Livio, Plinio il Vecchio, Appiano di Alessandria, che ne tramanda la fine: 

“Norba resistette ancora aspramente, finché penetrato in essa di notte per tradimento Emilio Lepido, degli abitanti inferociti per il tradimento, alcuni si suicidarono, altri si uccisero tra di loro, altri si impiccarono. Altri ancora, bloccate le porte delle case, vi appiccarono il fuoco…un vento sorto violentissimo a tal punto alimentò le fiamme, che nessun bottino si ricavò dalla città. Costoro morirono dunque così, da forti”.

Per saperne di più:

https://it.wikipedia.org/wiki/Norba_latina (in italiano)

https://en.wikipedia.org/wiki/Norba (in inglese)

Guardiamo insieme:

NINFA

Città medievale, è oggi visitata da migliaia di turisti per la bellezza unica dei suoi giardini. Il Gregorovius così la descrive: “Ecco Ninfa, ecco le favolose rovine di una città che con le sue mura, torri, chiese, conventi e abitati giace mezzo sommersa nella palude, sepolta sotto l’edera foltissima. In verità questa località è più graziosa della stessa Pompei, le cui case s’innalzano rigide come mummie tratte fuori dalle ceneri vulcaniche”.

Da bambino venivo spesso a vedere il lago e a giocare nei suoi giardini (allora liberi e non ancora frequentati da turisti). E si potevano incontrare le donne che venivano qui a lavare i panni, percorrendo a piedi la stradina che scendeva dai monti verso il lago, continuando una tradizione antica…

Per saperne di più: 

https://it.wikipedia.org/wiki/Giardino_di_Ninfa (in italiano)

https://en.wikipedia.org/wiki/Garden_of_Ninfa (in inglese)

Guardiamo insieme:

SERMONETA

Granducato nei tempi passati, fu feudo di diverse famiglie nobiliari, tra cui quella dei Caetani. Meravigliosamente conservata, è meta di turisti e di studiosi. Tra i suoi personaggi illustri ricordiamo Fabritio Caroso da Sermoneta, musicista e coreografo rinascimentale, autore de “Il Ballarino”, un importante trattato di danza del Rinascimento; Girolamo Siciolante, pittore, anch’egli del Rinascimento; il Duca Onorato Caetani, combattente nella battaglia di Lepanto (1571).

Per la bellezza davvero unica di questo borgo, Sermoneta è stata spesso scelta come set cinematografico per molti film, alcuni dei quali particolarmente interessanti: Giovanni dalle Bande Nere, La ciociara, Non ci resta che piangere.

Per saperne di più:

https://it.wikipedia.org/wiki/Sermoneta (in italiano)

https://en.wikipedia.org/wiki/Sermoneta (in inglese)

Guardiamo insieme:

https://youtu.be/F8NgX7tMCBI

Le musiche 

I brani che presento in queste pagine sono stati scritti per un insieme strumentale un po’ insolito: ottavino e tre flauti. Li ho composti appositamente per il mio quartetto “Leonardo De Lorenzo”, che è formato, per l’appunto, da questi strumenti.

Lo stile di scrittura è diverso per ogni brano: quasi modale e ritmicamente incisivo in “Norbana Civitas”; più attento alle gradazioni timbriche in “Nymphae”; tradizionale, potremmo dire, in “Renaissance”, con citazioni e reminiscenze della scrittura musicale rinascimentale.

E ora vediamoli un po’ più da vicino…

“Norbana Civitas”

Questo brano si compone di diversi “quadri” musicali, per una durata complessiva di 6’30’’

  • Per viam, inter insulas: descrive il caos della strada, con persone che si incontrano, mercanti che urlano, donne che parlano, bambini che giocano;
  • Apud Dianae templum: siamo ora davanti al tempio dedicato alla dea Diana, la divinità dei boschi e della caccia. Il ritmo lento, ternario, e le armonie “antiche” rievocano un rito religioso molto lontano…
  • In tabernis: nelle osterie si gioca con i dadi, si scommette, si impreca… La scrittura diventa più intensa e si formano contrappunti veloci tra i quattro strumenti;
  • Salii arvali: assistiamo ad una liturgia affidata a sacerdoti che danzano su un ritmo irregolare di 5/8, secondo una antica tradizione, storicamente attestata;
  • Lux in umbra: tutto è finito… passano i secoli, i millenni: rimane una piccola luce nel buio della storia, a ricordarci una comune origine lontana.

“Nymphae”

Il brano si compone di cinque brevi sezioni, per una durata complessiva di 5’15’’.

Come già detto, la scrittura privilegia ora l’aspetto timbrico, le qualità cromatiche dei suoni, ad evocare la trasparenza delle acque e la bellezza misteriosa e sfuggente delle Ninfe che le abitavano.

L’ultima sezione ricorda il “quadro” conclusivo del brano precedente: questo è intenzionalmente voluto, a sottolineare una continuità dei luoghi di Norba e Ninfa, vicinissimi tra di loro e, per chi vi è cresciuto, inseparabili l’uno dall’altro.

“Renaissance”

Il brano si articola in quattro brevi sezioni, per una durata complessiva di 5’12’’.

Si tratta di danze rinascimentali, molto in voga nelle corti del tempo, e qui proposte con una scrittura più moderna e brillante ma che non trascura l’eleganza e la leggerezza originarie.


O. Zaralli

www.onoriozaralli.webnode.it | Scuola Italiana di Flauto   | Youtube

Onorio Zaralli si è diplomato a pieni voti in flauto traverso presso il Conservatorio “S. Cecilia” di Roma, conseguendo successivamente il diploma di “solista” presso il Royal College of Music di Londra. Premiato nei concorsi di Ancona, Stresa, Palmi e Città di Castello, matura esperienze orchestrali all’interno dell’Orchestra della Radiotelevisione di Bucarest, Orchestra Sinfonica di Sanremo, Orchestra Sinfonica dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia di Roma. Come solista è attivo in Europa, USA, Messico, Corea, Australia. È autore di libri, studi e composizioni per flauto.