Ethel Smyth (1858-1944) Una compositrice rivoluzionaria del XIX sec.

di Vilma Campitelli

Abstract

Compositrice poliedrica inglese del XIX secolo. Paladina dei diritti delle donne vanta un catalogo che abbraccia più generi compositivi. É stata una voce significativa dell’800 musicale britannico ed europeo. Arrestata perché attivista del movimento delle suffragette, durante la sua vita riceve il plauso della critica per la sua musica e per gli scritti autobiografici. Amica e forse amante di alcune delle figure più famose del primo novecento tra cui Emmeline Pankhurst e Virginia Woolf, ha sfidato gli stereotipi di genere scrivendo musica ed indossando abiti maschili di Tweed.

La vita di Ethel Smith coincide con il panorama sociale in grande cambiamento della Gran Bretagna. É ricordata come un’attivista collaboratrice del movimento delle suffragette e come una delle compositrici più importanti della fine del XIX ed inizio del XX secolo.

Nel 1922 fu nominata Dame Commander of the Order of the British Empire per i suoi contributi musicali e letterari e nel 1926 riceve il dottorato in honoris causa dall’Università di Oxford.

Ethel Smith nasce il 22 aprile 1858 a Sidcup, nel Kent (England) ed è quarta di una famiglia di otto figli. I suoi genitori erano il Major Generale Johm Hall Smyth della Royal Artillery, e Nina Struth Smyth, una discendente di Sir Josias Stracey, quarto baronetto di Norfolk. L’educazione di Ethel era quella tipica di una giovane donna vittoriana della classe media.

Determinata fin dalla tenera età a dedicare la sua vita alla musica e diventare una compositrice a pieno titolo, nelle sue memorie, tuttavia, cita la governante che l’ha introdotta alla musica classica: Quando avevo dodici anni arrivò una nuova. . . [istitutrice] che aveva studiato musica al Conservatorio di Lipsia e poi in Inghilterra; per la prima volta ho sentito musica classica e un nuovo mondo si è aperto davanti a me…. Così improvvisamente la musica mi si era rivelata ed ho capito …. di rinunciare alla mia vita per la musica.

Ethel mostrò subito il suo amore per l’arte compositiva ma nessuno la prendeva sul serio, men che meno suo padre che borbottava: “Maledetta, parli senza senso!” ma lei era sicura che un giorno avrebbe realizzato la sua ambizione. Fortunatamente era una ragazza ribelle ed Ethel inizia i suoi studi musicali con Alexander Ewing, un ufficiale dell’Army Service Corps.  Lui presto si espresse su Ethel che era una “musicista nata” e che doveva essere avviata allo studio professionale.

Il Generale Smyth non gradì e così la compositrice racconta: Mio padre era furioso… L’ultima goccia fu quando quando Mr. Ewing propose di insegnarmi l’armonia; su questo punto mia madre . . . mi appoggiò in modo risolutivo. Quindi si decise che due volte a settimana sottoponevo a correzione i miei esercizi.

Ewing oltre a dare lezioni di armonia, la introdusse alla musica di Wagner, Liszt e Berlioz. Ethel confidò nel suo diario che il suo più grande desiderio era quello di comporre e rappresentare un’opera tutta sua in Germania prima dei quarant’anni. Un’ambizione che si realizzò a Weimar nel 1898 con l’opera Fantasio debuttato al Deutsches Nationaltheater il 24 maggio.

Dopo alcuni mesi di intenso lavoro, il padre cancella le lezioni di musica a causa della sua bassa opinione morale verso gli artisti. Ethel impara molto da questo episodio e sui problemi che avrebbe incontrato nel superare le ostinate mentalità.

Le cose finalmente arrivarono al punto quando Ethel, a diciannove anni, annuncia l’intenzione di andare a Lipsia per lo studio della musica. Suo padre, infuriato, gridò fortemente: preferirei vederti sotto terra.

Dopo vani tentativi, Ethel sente di non avere scelta, doveva intraprendere un’azione drastica in famiglia. Ricordando questo periodo di vita, lei scrive: Non solo ho sventolato la bandiera rossa, ma ho reso in casa la vita impossibile tale da lasciarmi andare per il loro bene…Alla fine di tutto, rifiutai di andare in chiesa, . . . rifiutai di parlare con persone, e un giorno lo stivale di mio padre ha quasi sfondato un pannello della porta della mia camera da letto chiusa a chiave!

Nonostante la formazione militare, il maggiore generale dell’Artiglieria Britannica… alla fine ammise la sconfitta.

Il 26 luglio 1877 Ethel parte per Lipsia. Al conservatorio studia composizione con Carl Reinecke, contrappunto con Salomon Jadassohn e pianoforte con Joseph Maas. Delusa del livello di insegnamento, continua i suoi studi privatamente con il compositore austriaco Heinrich von Herzogenberg, fondatore e direttore del Bach-Verein di Lipsia. Attraverso Herzogenberg e sua moglie Elisabeth, Ethel incontra Johannes Brahms, Clara Schumann, Joseph Joachim e presto entra a far parte del loro circolo musicale. In questo periodo conobbe anche Grieg, Dvorák e Tchaikovsky. Quest’ultimo la inviterà a sperimentare la composizione per grande orchestra attraverso il colore dei suoni e l’effetto drammatico.

I primi lavori di Ethel includono musica cameristica scritte nello stile brahmsiano, dimostrando una solida padronanza delle tecniche armoniche e contrappuntistiche.

Nel 1878 propone alla casa editrice Breitkopf & Hartel la pubblicazione dei suoi Lieder. In una lettera alla madre, scrive:

L’editore mi disse che nessuna compositrice aveva mai avuto successo, eccetto Frau Schumann e Fraulein Mendelssohn, i cui brani erano stati pubblicati rispettivamente insieme a quelle del marito e del fratello …. che una certa Frau Lang ha scritto dei brani davvero molto belli ma che non avevano avuto vendita. Io gli suonai i miei, molti dei quali li aveva già sentiti in esibizioni in varie case di Lipsia, e si è espresso molto disponibile a correre il rischio di stamparli. Ma ci crederesti, avendo ascoltato tutto quello che aveva da dire sulle compositrici, . . . non ho chiesto nessun compenso!

Il debutto professionale di Ethel Smith fu il 26 gennaio 1884 come compositrice di musica da camera e le sue opere subito furono accolte da recensioni contrastanti. Il difetto principale per i critici era che erano prive di fascino femminile e quindi indegno di una donna.

Inizia così il primo incontro/scontro di Ethel con l’estetica di genere considerata troppo mascolina per un “compositore donna”, così come la chiamavano. La musica di Ethel è stata raramente valutata semplicemente come il lavoro di un compositore tra i compositori. Quando componeva musica potente e ritmicamente vitale, si diceva che il suo lavoro mancasse di fascino femminile, dall’altra quando produceva composizioni delicate e melodiose, veniva accusata di non essere all’altezza degli standard artistici dei sui colleghi maschi.

Costruito sull’ideologia romantica di complementarietà intellettuale maschile e femminile, gli uomini erano definiti oggettivi, logici e attivi e le donne come soggettive, emotive e passive.

I critici hanno discusso sulla forma, lo stile e la gamma emotiva delle composizioni musicali di donne in termini di appropriatezza al suo sesso. In questa prospettiva, dalla musica “femminile” ci si aspettava fossero composte in modo delicato, aggraziato, melodico e confinato alle forme più piccole come canzoni e pezzi brevi per pianoforte. La musica “maschile”, d’altra parte, era potente, orchestrata in modo lussureggiante e intellettualmente rigorosa sia in struttura formale che armonica e contrappuntistica. Quando le donne hanno cominciato comporre per le grandi formazioni strumentali, sono state attaccate dai critici per essersi avventurati oltre i loro presunti limiti sessuali.

Camille Saint-Saëns ha fornito un modello dell’estetica di genere quando dichiarò in un saggio del 1885 che le donne, nei loro maddestri tentativi di imitazione e competizione con compositori maschi, in aggiunta della loro femminilità, producono musica troppo chiassosa.

Negli anni successivi al suo ritorno in Inghilterra avvenuto fini degli anni del 80’ del 1800, Ethel attirò l’attenzione di influenti mecenati come l’imperatrice Eugenia, la regina Vittoria e la principessa di Polignac, e le sue opere furono sostenute da diversi personaggi di spicco della professione musicale e letteraria quali Thomas Beecham, Donald Tovey, Bruno Walter, Adrian Boult, G. B. Shaw, etc.

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Il vasto corpus di lavori della Smyth include un’ampia varietà di musica tra cui  6 opere, lavori orchestrali, composizioni corali e strumentali, songs ed il Concerto per violino, corno e orchestra. La sua opera The Wreckers è considerata da alcuni critici “la più importante opera inglese composta durante il periodo tra Purcell e Britten”. Un’altra delle sue opere Der Wald, composta nel 1903 è stata per più di un secolo l’unica opera di una compositrice mai prodotta al Metropolitan di New York. Dopo il suo ritorno a Londra nel 1890, presenta la Serenata per orchestra e l’ouverture Antony and Cleopatra. Ma il suo lavoro più importante di quel periodo resta la Messa in Re magg. presentata al Royal Albert Hall nel 1893.

Non compose mai su commissione e visse talvolta nel timore che qualcuno mettesse in dubbio la maternità dei suoi lavori. Nota per l’eccentrica personalità, ospite dei salotti delle teste coronate d’Europa, rifiutava indossare un abito che non fosse il suo amato completo in Tweed con il quale le capitò anche di dirigere.

Nel 1910 tutte le opere principali di Ethel Smyth erano state eseguite, e in questo anno, fu insignita del dottorato onorario in musica dall’Università di Durham. All’epoca Ethel aveva cinquantadue anni e cominciava appena a godersi i riconoscimenti musicali per i quali aveva a lungo lottato.

Nel frattempo, la difesa del voto alle donne inglesi diventava un importante problema politico ed Ethel decise di dedicare i successivi due anni della sua vita alla causa suffragista.

Fu proprio in questo anno che incontra Emmeline Pankhurst ed aderisce all’organizzazione del WSPU (Women’s Social and Political Union/Unione Sociale e Politica delle Donne) conosciuto come “Movimento delle Suffragette”. Infatuata dalla fondatrice dell’Union, divenne presto un’attivista di spicco.

La sua opera The March of the Women (La Marcia delle Donne) diventò l’inno del movimento ed il grido di battaglia per il suffragio delle donne.

Ethel Mary Smyth: The march of the women/La marcia delle donne
Versione: coro con accompagnamento pianoforte
Interpreti: Gonzaga University Concert Choir & Discantus Treble Chorus Pianoforte: Claire Black Direttore: Amy Porter

Ethel sentiva dover mantenere la propria autostima e… correre gli stessi rischi che molte altre suffragette erano disposte a fare. Quindi, quando la signora Pankurst ha chiesto dei volontari di rompere una finestra di un qualsiasi politico che si opponeva ai voti per le donne, la compositrice ha subito risposto “Sì”. Lei scelse la finestra del segretario coloniale Lewis Harcourt perchè aveva destato la sua rabbia affermando pubblicamente che “potrebbe accettare di votare per le donne se tutte le donne erano ben educate e intelligenti come sua moglie”. Davanti al poliziotto della guardia della casa di Harcourt, Ethel scagliò una pietra (verso la finestra) che arrivò al…. segno. Fu subito arrestata e condannata a due mesi di reclusione nelle carceri di Holloway di Londra insieme alla Pankurst e ad altre 147 donne. Il direttore d’orchestra Sir Thomas Beecham andò a farle visita diverse volte durante la sua prigionia ed in merito ha lasciato una divertente intervista: Quando sono arrivato, il guardiano del carcere. . . stava gorgogliando di risate. Mi disse: “Vieni nel quadrilatero”. Là c’era . . . una dozzina di donne incatenate che marciavano su e giù cantando a squarciagola l’inno The March of Women (La marcia delle donne). Indicò poi una finestra in alto dove si vedeva Ethel; lei era sola e con immenso vigore, si sporgeva dirigendo con uno spazzolino da denti, il coro delle reclute.

Nell’autunno del 1913, adevitare la tentazione di un ulteriore coinvolgimento politico, partì per l’Egitto per comporre una nuova partitura. Il risultato fu un’opera comica intitolato The Boatswain’s Mate (Il compagno del nostromo), un vero dramma musicale scritto nello stile tradizionale wagneriano.

All’inizio della Prima Guerra Mondiale lasciò nuovamente l’Inghilterra e partì per il fronte nella città di Vichy (Francia) dove prestò assistenza ai feriti come infermiera e come tecnico di radiologia.

Negli ultimi anni della sua vita, la crescente sordità la portò a non comporre più ma a sviluppare un talento fuori dal comune come scrittrice di successo offrendo una visione straordinaria delle sue memorie. La sua produzione letteraria fu sostanziale tra il 1919 e il 1940 e pubblica dieci libri per lo più di natura autobiografica. Ha scritto numerosi articoli per riviste e giornali su un’ampia varietà di argomenti. Questo sfogo creativo ha sicuramente riempito il vuoto causato dalla sua sordità. L’amica di Ethel Smyth, Virginia Woolf alla quale ha dedicato il suo settimo libro As Time Went On, è stata uno dei tanti personaggi letterari che ammirava la sua scrittura. Sebbene ciascuna di loro era interessata al lavoro dell’altra, le due donne si incontrarono solo nel 1930. Ethel era totalmente affascinata da Virginia e confidò neldiario: Non credo aver mai avuto cura di qualcuno così profondamente. La loro particolare amicizia durò più di un decennio fino a quando non fu interrotta dal suicidio della Woolf nel 1941.

Ethel, come lei stessa dichiarò, visse libera dalle tradizionali convenzioni. Rifuggì l’ombra del matrimonio con il filosofo e scrittore Henry Brewster (1850-1908) che fu anche autore e coautore di molti suoi libretti. Quello che più si evidenzia della vita di Ethel sono i legami viscerali con donne e con le quali trovò maggiori condivisioni e sostegni.

Nel suo settantacinquesimo compleanno nel 1934, sotto la direzione di Beecham, i suoi lavori vengono celebrati alla Royal Albert Hall di Londra alla presenza della regina.

In questo momento di riconoscimento, la compositrice era già completamente sorda e non potè sentire né la sua musica né l’adulazione delle folle. 

Anche se Ethel si è sempre considerata prima di tutto una compositrice, fu attiva come scrittrice e oratrice fino alla sua morte avvenuta nel 1944 all’età di ottantasei anni.

Lo sviluppo della forma compositiva della Smyth è individuato attraverso un esame dettagliato nel contesto della sua biografia. Le memorie, le lettere e i diari di Ethel hanno illuminato il contesto storico di ogni sua opera.

Il suo stile melodico ha sfidato le aspettative della tradizione classica associata ai generi: credeva che uomini e donne non fossero solo fisiologicamente diversi, ma anche intellettualmente e creativamente diversi. I suoi primi lavori (1878-1893) riflettono uno stile romantico contenente armonie cromatiche all’interno di forme tradizionali, ma altri brani di periodi più maturi dimostrano anche la devozione tedesca al contrappunto ed alle forme libere.

Tra il 1878 e il 1931, Smyth compone oltre settanta opere.

Opere cameristiche

I lavori da camera, più che degli altri generi, offrono l’opportunità di esaminare le sue partiture per un periodo di quasi cinquant’anni dal 1879 al 1928.

I 4 Songs composti nel 1907, sono un’affascinante composizione cameristica per voce, flauto, arpa, percussioni e trio d’archi (violino, viola e violoncello), dal carattere melodico con ritmi chiari, liberi e colori vivaci.

Impostati su testi in lingua francese,riflettono influenze musicali assimilate a contatti con i circoli artistici del paese d’oltralpe. Le quattro composizioni Odelette, The Dance, Chrysilla e Ode Anacreontica sono dedicate:

  • a Madame Bulteau (un’amica e autrice con lo pseudonimo di Jacque Vontade)
  • a una delle sorelle di Smyth, Mary Hunter;
  • alla sua “anima gemella”, amico e collaboratore, Henry B. Brewster;
  • all’aristocratica belga e patrona delle arti, Madame la Princesse Alexandra de Caraman Chimay.

Tutti i pezzi sono egregiamente orchestrati e la voce (mezzo-soprano o baritono) è parte dell’ensemble piuttosto che distinta come solista. Ogni brano è trattato con una materica diversa:

  • Odelette apre con un assolo di arpa e flauto ed i due strumenti creano un’atmosfera inquietante su tutto il brano. L’equilibrio del complesso strumentale è perfetto, la voce e gli archi si intersecano in una tavola di colori trasparenti;
  • In The Dance, l’arpa incalza un ritmo di danza simile a un valzer ed il flauto cadenza liberamente passaggi dando al brano una sensazione di leggerezza.  Gli archi accompagnano la voce nelle linee armoniche e le percussioni, con essenzialità, si avvicendano a ritmi intrecciati;
  • Chrysilla è un brano docile. La profondità e la tristezza della canzone è contrassegnato dalle parole: Quando la coppa sarà piena, le mie forze verranno meno. I colori della musica si muovono da molto piano a moderatamente forte.
  • L’Ode Anacreontica è vigorosa ed energica. Descrive la frenesia e la follia di due leggendari personaggi antichi offuscati dal vino. Mostra una potente scrittura sugli archi e la Smyth ha grande abilità nel “dipingere le parole”. Il brano termina in una rabbia frenetica mentre la musica diventa sempre forte e veloce fino alla fine.

Tra il 1925 ed il 1927 Ethel Smyth compone le Variations Bonny Sweet Robin ed i Two Interlinked French Folk Melodies per flauto, oboe (violino, viola) e pianoforte. Le Variations ebbero la loro prima esecuzione alla Wigmore Hall, l’11 febbraio 1928, insieme alla prima del trio, Two Interlinked.

Gli esecutori di questi brani furono Albert Fransella, flauto (a cui sono dedicate le variazioni); Helen Gaskell oboe e Bertram Harrison pianoforte.

I lavori sono virtuosistici a trame fitte e ritmi complessi. Il tema “Bonny Sweet Robin” è una canzone popolare inglese, conosciuta anche con il titolo “My Robin is to the Greenwood Gone”.

Ethel Mary Smyth: Variations on “Bonny Sweet Robin” (Ophelia’s song)
Versione: flauto, viola e pianoforte
Interpreti: flauto: Mini Stillman, viola: Che-Hung Chen, pianoforte: Natalie Zhu

L’uso della forma di variazione e del canto popolare è relativamente raro nella produzione di Smyth, va ricordato che il suo lavoro più famoso, l’inno delle suffragette The March the Women (1910), lo aveva composto ispirandosi ad un canto popolare abruzzese.

Variations on Bonny Sweet Robin e Two Interlinked French Folk Melodies sono le sole due opere della Smyth composte per flauto, oboe e pianoforte e queste furono pubblicate dalla Oxford University Press di Londra nel 1928. Quest’ultimo è un arrangiamento della compositrice dall’Intermezzo atto I della sua ultima opera Entente Cordiale (1923-1924) ed esiste in versioni anche per diverse combinazioni strumentali. In ogni caso, violino o viola può sostituire la parte originale dell’oboe nei due brani.

Ethel Mary Smyth: Variations on “Bonny Sweet Robin” (Ophelia’s song)
Versione: flauto, oboe e pianoforte
Interpreti: flauto: Irene Parente, Oboe: Tommaso Gasparoni, pianoforte: Riccardo Atanasio

Nell’ottobre del 1928, Music & Letters pubblica una importante recensione sulle Variations Bonny Sweet Robin e sulle Interlinked French Melodies concludendo che … entrambe le partiture sono ben scritte e ….solo se eseguite da mirabili strumentisti la scrittura delicata può avere la sua vera interpretazione.

La Smyth fu una figura assolutamente fuori dal normale per i tempi nei quali lavorò. Nel corso della sua carriera musicale, ha aperto molte nuove strade all’interno di una professione che fino a quel momento aveva in gran parte escluso le donne come compositrici.

Il direttore d’orchestra Sir Thomas Beecham così la ricorda: “era una creatura testarda, indomabile, invincibile. Niente poteva domarla, niente poteva scoraggiarla e fino al suo ultimo giorno ha conservato queste straordinarie qualità”.

Ethel Mary Smyth: 2 Interlinked French Folk Melodie
Versione per orchestra
Interpreti: Lontano Ensemble, dir. Odaline de la Martinez

Elenco opere cameristiche

  • Songs for mezzo-soprano or baritone with instrumental accompaniment (1907)
  • Odelette su testo di Henri De Regnér,
  • The Dance su testo di Henri De Regnér,
  • Chrysilla su testo di Henri De Regnér,
  • Anacreontic Ode su testo di Leconte,

per Voce (Mzs or Br), flauto, violino, viola, violoncello, contrabbasso, percussioni e arpa edito da Novello & Co., London (1909);

anche nella versione piccola orchestra:

Voce (Mzs or Br), flauto, 6 violini, 3 viole, 3 violoncelli, contrabbasso, percussioni e arpa edito da Novello & Co., London (1909);

  • Two Interlinked French Folk Melodies per flauto, oboe e pianoforte edito da Oxford University Press di Londra (1928);

anche nelle versioni:

flauto, violino e pianoforte,

flauto, viola e pianoforte;

  • Variations Bonny Sweet Robin (Ophelia’s Song) per flauto, oboe e pianoforte edito da Oxford University Press di Londra (1928)

anche nelle versioni:

flauto, violino e pianoforte,

flauto, viola e pianoforte;

BIBLIOGRAFIA

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Ethel Mary Smyth. Corso di vita, Ethel Smyth e il movimento delle donne, il compositore Ethel Smyth in https://italiawiki.com/pages/compositore-britannico/ethel-mary-smyth-corso-di-vita-ethel-smyth-e-il-movimento-delle-donne-il-compositore-ethel-smyth.html (ultima consultazione 27 agosto 2021).

1908, Ethel Smyth: prima a Parigi delle “4 songs per voce e ensemble strumnetale” in https://www.francemusique.fr/emissions/musicopolis/1908-ethel-smyth-creation-parisienne-de-ses-quatre-melodies-pour-voix-et-ensemble-instrumental-71538 (ultima consultazione 29 agosto 2021).


Vilma Campitelli

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VILMA CAMPITELLI, flautista, nata a Lanciano (CH) ha seguito gli studi musicali presso il Conservatorio di Pescara, presso la Hochschule di Winterthur (Svizzera) e laureata in “Discipline Musicali” presso il Conservatorio di Campobasso con votaz.”110 e lode con menzione” Vanta nel suo curriculum concerti sia da solista che in formazioni cameristiche tenendo esecuzioni in paesi Europei, Asiatici ed Americani riscuotendo unanime successo di pubblico e di critica.
Ha inciso per la Edipan (Roma), Luna Rossa Classic (Lecce), Fabrik Music (Francia), effettuato registrazioni radio-televisive per diversi programmi RAI e collaborazioni artistiche in campo teatrale.
Scelta dalla Fondazione Adkins Chiti Donne in Musica (Fiuggi-Italia), ha svolto da “studiosa-residente” il progetto europeo WIMUST finalizzato a promuovere la musica e talenti, il repertorio e le strategie per la piena attuazione della risoluzione 2009 dell’UE per le pari opportunità in ogni Stato membro. Nel 2018 interamente sotto la sua cura, è stato pubblicato il volume Compendium Musicae Flauta (ed. Smasher), la prima opera universale sul repertorio flautistico scritto da compositrici. Ha inoltre pubblicato articoli su biografie di compositrici e ricerche in campo della musica esperienziale.
Attualmente è docente di flauto presso il Conservatorio “U. Giordano” di Musica di Foggia, sez. di Rodi Garganico, Italia.