PEGGY GLANVILLE-HICKS (1912-1990)

Una compositrice australiana alla ricerca del tempo libero e del silenzio

di Vilma Campitelli

Abstract

Compositrice e critica musicale di Melbourne (Australia). Ha vissuto parte della sua vita in diverse città quali Londra, New York e Atene. Fu dedita alla promozione ed alla presentazione della musica moderna in tutte le sue varie forme ed ha contribuito a far conoscere giovani compositori attraverso i suoi scritti. 

Scaltra e scontrosa, riservata ed esigente, fedele nell’amore e nelle amicizie, le sue composizioni furono sempre accolte favorevolmente con entusiasmo di pubblico. La sua attenzione è rivolta anche alle musiche non occidentali che ritiene essere fonte di rinnovamento per la musica del XX secolo.

È evidente che il tempo libero e il silenzio sono prerequisiti assoluti per i compositori impegnati nell’attività creativa. Questo tempo libero e questo silenzio sono diventati i più grandi lussi del mondo moderno ed i compositori, più di qualsiasi altro gruppo impegnato nell’arte o nella scienza, sono in grado di dominarlo. 

Così scriveva Peggy Glanville-Hicks per la Juilliard Review nel 1958. Un pensiero del genere rappresenta una follia per la vita dei nostri tempi poiché evoca l’immagine di qualcuno che ozia improduttivamente ma, ciò che lei intendeva, era che il lento processo di contemplazione e di creazione richiedono semplicemente periodi privi di distrazioni.

Per quasi tutta la vita Peggy Glanville-Hicks ha vissuto a contatto con il mare. Amava la vista del sole che scintillava sulle azzurre e limpide acque ed adorava navigarci sopra con qualsiasi mezzo.

Lei è una delle compositrici più conosciute e stimate nel mondo avendo trascorso gran parte della sua vita a New York, Londra e Atene.

Amava i viaggi e questa passione fu ereditata dai suoi antenati, abili marinari e che hanno vissuto per generazioni nelle isole Scilly al largo della costa della Cornovaglia emigrata poi alla fine del XIX secolo in Australia.

Infanzia

Glanville nasce a Melbourne (Australia), nel sobborgo balneare di St Kilda, non lontano dal vivace porto della città il 29 dicembre 1912 col nome di Glanville-Hicks ma solo nel 1945 lei si aggiunge Peggy prendendo il secondo nome di nascita di suo padre.

Lei era secondogenita del giornalista inglese Ernest Glanville-Hicks e della cantante, pianista neozelandese e artista di ceramica Myrtle Barley. Aveva due fratelli: Garth (1911) e Beric (1918).

Studi di composizione

Il talento creativo di Peggy si manifesta fin dalla prima infanzia e all’età di 15 anni inizia le lezioni di composizione con Fritz Hart nell’Albert Street Conservatorium di Melbourne. 

Nel 1932, all’età di 19 anni vince una borsa di studio presso il Royal College of Music di Londra dove studierà composizione con Ralph Vaughan Williams, pianoforte con Arthur Benjamin, orchestrazione con Gordon Jacob e direzione d’orchestra con Constant Lambert e Sir Malcolm Sargent. Tra i suoi compagni di studi c’era anche Benjamin Britten, un anno più giovane di lei. 

Il ritorno di Peggy a Londra segna una sorta di re-migrazione con la sua terra d’origine.

In un’epoca in cui essere compositrice era una novità, i successi di Peggy al RMC (Royal College of Music) furono straordinari ed i suoi primi lavori come la Spanish Suite, l’opera Caedmon dimostrarono da subito capacità e sensibilità creativa. Nel 1936 vince una borsa di studio per seguire a Vienna il compositore Egon Wellesz, allievo prediletto di Arnold Schönberg e autorevole studioso di musica bizantina. Questa esperienza viene condivisa con il collega, studente e poi futuro marito Stanley Bate.

Visto la sua già consolidata predilezione per la tonalità e la musica etnica, l’estetica schoenberghiana di Wellez non si addiceva alle aspettative pertanto dopo due mesi torna a Parigi dichiarando di non voler essere una vogatrice dodecafonica e prosegue i suoi studi musicali con Nadia Boulanger (1937). 

L’anno successivo Glanville-Hicks torna a Londra per assistere all’esecuzione della Choral Suite per voci femminili, oboe e archi in un concerto organizzato dalla ISCM (International Society for Contemporary Music) dove per la prima volta, l’Australia viene rappresentata. 

Matrimonio e divorzio

Il 9 novembre 1938 presso l’ufficio del registro di Kessington (Londra), Glanville-Hicks sposa il compositore inglese Stanley Bate e per tutta la durata del matrimonio lei prese il suo cognome.

Peggy Glanville-Hicks in 1938

Bate era apertamente omossessuale ed a quei temi era ancora un crimine in Inghilterra. Lui era esentato dal servizio militare durante la seconda guerra mondiale causa di un vecchio infortunio alla gamba però già mostrava segni di una malattia mentale e di dipendenza all’alcool. I medici gli consigliarono un lungo periodo di riposo e così Peggy, sollecitando segretamente un lavoro per lui con un’orchestra della sua terra d’origine, nel 1940 si recarono in Australia grazie a una borsa di studio del British Council. Un punto di svolta nella vita di Peggy arrivò nel 1941 quando a suo marito fu offerto un posto di insegnante ad Harvard e così salparono per gli Stati Uniti d’America dove si stabilirono a New York.

Nel corso degli anni lei sostenne molto la carriera di Bate ma la loro infelicità fu aggravata dalla violenza di lui e le tensioni ormai evidenti li spinsero a vivere separati e così ottennero il divorzio nel 1949. Bate successivamente viene coinvolto in una storia d’amore con una ricca donna brasiliana Margarita Nogueora, disposta a sponsorizzare i suoi lavori ma nel 1959 Peggy viene devastata nell’apprendere del suicidio di Bate per overdose di sonniferi. È probabile che si sia tolto la vita dopo che la nuova moglie, scoperto la sua omosessualità, ha interrotto la relazione. Peggy è rimasta devota ai successi musicali di Bate ed ha fatto in modo che tutti i suoi spartiti, ancora disponibili, fossero raccolti e conservati.

Nel 1939, un anno dopo il matrimonio, Glanville-Hicks compone la sua Sonatina per flauto e pianoforte. Successivamente, poiché le questioni professionali e personali del marito richiedevano la sua attenzione, non ha composto quasi nulla per cinque anni. Nel 1944 torna alla composizione con un ciclo di cinque canzoni su testi di AE Housman. 

Critico musicale

Nel 1947, due anni prima del divorzio da Bate, Peggy, per esigenze economiche, inizia a lavorare per il New York Herald Tribune come critica musicale. Inizia così uno dei suoi grandi periodi creativi sia da scrittrice che da compositrice. Era una critica infaticabile e in otto anni scrisse circa 500 recensioni per il giornale, la maggior parte delle quali riguardava esecuzioni di nuova musica.

Ha recensito il Festival dell’ISCM (International Society Contemporay Music) a Copenaghen per il Musical Courier e contribuisce a recensire importanti brani per Music & Letters su Paul Bowles, per Musical America su John Cage e per Musical Quarterly su Virgil Thomson. Nel 1949 diventa cittadina americana e nel 1950 intraprende un giro di conferenze nelle università del Midwest americano. Dal 1949 al 1955 presta servizio come critica per il New York Herald Tribune ed allo stesso tempo continua a comporre ed è direttrice musicale al Museum of Modern Art di New York. 

Peggy Glanville-Hicks in 1948

Compositore, promotore e sostenitore della nuova musica

Glanville-Hicks diventa un’instancabile promotrice e sostenitrice della nuova musica ed i suoi gusti sono chiari e inequivocabili: preferiva la tonalità all’atonalità ed era attenta alla capacità comunicativa dell’arte di ogni compositore.

La fine degli anni ’40 ha visto Glanville-Hicks iniziare una fase enormemente creativa e le opere di questo periodo sono quelle che la portarono alla notorietà come compositrice e come catalizzatrice della nuova musica. 

Nel 1946 compone il Concertino da Camera per flauto, clarinetto, fagotto e pianoforte; segue la Sonata per arpa, scritta nel 1950-51 per l’arpista spagnolo Nicanor Zabaleta, rimasta una delle opere centrali del repertorio per arpa e poi Lettere dal Marocco (1952) dirette da Leopold Stokowski presente in uno dei concerti al Museum of Modern Art di New York.

Altre opere furono il Concerto Etrusco (1954) scritto per il pianista Carlo Bussotti, il Concertino Antico (1955) scritto per l’arpista Edna Phillips ed il Concerto Romantico (1956) per il violista Walter Trampler. 

Peggy era una scrittrice sensibile con finezza d’intuito. Amava la musica moderna ed abbracciava modalità, ritmi di danza e sonorità anche di culture non occidentali. La sua musica era apparentemente ingenua ed era proiettata verso il modernismo. L’apertura del suo Concerto Etrusco suona ancora inizialmente fresca così come i ritmi martellanti e le melodie pentatoniche della sua Sonata per pianoforte e percussioni (1951). 

La compositrice più volte ha spiegato che i ritmi e gli schemi melodici di quest’ultima, sono di origine “Watusi” presi in prestito dal popolo Tutsi del Burundi e del Ruanda e anche qui è un’indicazione di quello che sarebbe diventato un fascino continuo per gli strumenti a percussione. In tutta la sua produzione degli anni 50’, il ritmo rappresenta sempre più l’elemento dominante.

Peggy collabora con importanti esecutori e la sua cerchia di artisti comprendeva Yehudi Menuhin, i compositori Virgil Thomson, Anaïs Nin, Paul Bowles e Colon McPhee. 

Relazioni

Durante una visita a Yehudi Menuhin e sua moglie Nola in California nel 1951, incontra lo scrittore e critico austro-israeliano Rafael Da Costa. Hanno iniziato una relazione appassionata che l’ha portata a un matrimonio segreto. Purtroppo, la felicità che Glanville-Hicks pensava di aver trovato presto svanì quando divenne chiaro che Da Costa l’aveva sposata solo per poter ottenere la residenza negli Stati Uniti. Glanville-Hicks, comprensibilmente, si sentì usata e umiliata, e il matrimonio finì l’anno successivo nel 1953.

Sentimentalmente fu legata poi a diversi uomini come al filosofo-poeta guatemalteco Mario Monteforte Toledo, al capitano di marina Bernard Hickey, allo zoologo-biologo tanzaniano Theo Flynn ed al regista e direttore d’orchestra tedesco Moritz von Bomhard.

Peggy aveva poche amiche e spesso vestiva abiti maschili. Rimase amica intima per tutta la vita dello scrittore e compositore Paul Bowles anche se la loro relazione fu principalmente epistolare. 

Peggy amava la natura e restava sempre sorpresa dei suoi colori e del suo carattere dolce e lussureggiante dove essa sempre vince e la musica sempre risuona.

Peggy trascorre l’estate del 1953 in Giamaica affittando una villa con vista a St St Beach e Monkey Island. La villa è ancora lì oggi e la vista sbalordisce ogni essere. Dopo che la villa fu isolata da una tempesta, si trasferisce a Port Antonio, in un Hotel gestito da Theo Flynn, un ex professore universitario della Tasmania. La moglie di Flynn, Marelle era via quella estate così lui e Peggy esplorarono le spiagge giamaicane, nuotando nella famosa Laguna Blu e navigando sullo yacht del figlio Errol. Ma l’obiettivo principale dell’estate era comporre e lei completò la sua Sinfonia da Pacifica e l’opera The Transposed Heads su libretto di Thomas Mann e dedicato a Theo Flynn. 

L’opera Sinfonia da Pacifica era intitolata all’oceano ma in realtà il contenuto musicale del brano era del tutto estraneo a ciò che riguardava l’Oceano Pacifico. All’epoca i suoi pensieri erano occupati da una commissione per un’opera ambientata in India e per la quale voleva creare suoni ispirati alla musica tradizionale indiana. Sinfonia da Pacifica, quindi, è molto più indiana nell’ispirazione, ma ciò non la rende meno affascinante come pezzo.

Suoni di altre culture antiche permeano altre due opere del 1953. Una è Letters from Morocco, un’opera per voce e piccola orchestra che raccoglie estratti di lettere scritte a lei dal Marocco dal suo caro amico, il compositore e autore Paul Bowles. Un’altra serie di opere, le tre Gymnopedie per piccolo ensemble, richiama invece la cultura greca antica.

Peggy nel corso della sua carriera ha sempre mostrato interesse per i giovani compositori e si è occupata di promuovere la musica d’avanguardia organizzando stagioni e presentazioni ai vari festival. 

Possedeva una prodigiosa conoscenza della nuova musica, non solo in America ma a livello internazionale, ed era molto rispettata come esperta di compositori contemporanei di tutto il mondo.

Trasferirsi in Grecia dall’America

Nel 1957 lascia l’America si trasferisce in Grecia dove visse fino al 1975.

Molti scrittori, pittori, artisti gravitarono in Grecia negli anni 50’. Il suo primo sguardo sull’Acropoli fu travolgente come solo l’amore a prima vista può essere e potè godere di un clima caldo con un basso costo della vita.

Per Peggy scoprire la Grecia in tutto il suo splendore è stata come una rinascita. Abbracciando il paesaggio e i suoi elementi lei ha riscoperto la luce e l’ombra sulle rocce contro il cielo, il vero sapore dell’acqua, il ritmo delle stagioni, il valore della semplicità. Immaginatasi trasportata in un mondo antico, l’Acropoli le ricordava ogni giorno che tutto tranne le opere degli artisti sono effimere. L’affitto era basso, un quarto di quello che pagava a New York, ed alla sera era solito cenare all’aperto in uno dei caffè allestiti sui marciapiedi.

Presto comprò una casa ad Atene e pochi anni dopo una seconda casa sull’isola di Mikonos dove poteva vivere dei diritti d’autore dei sui lavori. La possibilità di vivere permanentemente in Grecia la incuriosiva ed era un mezzo in un continuum che si estendeva oltre la vita stessa.

La Grecia è stata una scoperta fortuita perché era una via d’uscita spirituale da quello che vedeva come il “vicolo cieco” del crescente caos (sia musicale che sociale) nel suo tempo.

Nel 1959-1960, una Fulbright Research Fellowship e una Rockefeller Grant resero possibile lo studio comparativo della musica demotica della Grecia e del sistema musicale dell’India. Quest’ultimo influenzerà l’opera Nausicaa su libretto tratto dal romanzo la figlia di Omero di Robert Graves presentato con successo in anteprima al Festival di Atene nel 1961.

La trama supporta la teoria che l’Odissea, attribuita a Homer, sia in realtà una storia raccontata da donne. In seguito a questo successo, la Ford Foundation commissiona una nuova opera per la San Francisco Opera House, e su libretto di Lawrence Durrell scrive Saffo, un’opera sempre con soggetto greco.

I suoi lavori principali negli anni ’60 furono spartiti di balletto ideati in collaborazione con il coreografo John Butler, sebbene continuasse a comporre musica orchestrale e da camera.

Nel 1967 Peggy Glanville-Hicks subisce un intervento chirurgico per un tumore al cervello e, nonostante le terribili previsioni che le restavano solo pochi anni da vivere, sopravvisse molto più a lungo. Purtroppo, però, la voglia di comporre era svanita. Nei restanti 23 anni della sua vita ha fatto alcuni tentativi di scrivere nuove opere, ma non è arrivata a nulla di sostanziale.

Trasferirsi in Australia

Agli inizi degli anni 70’ inizia a pensare di tornare in Australia e grazie agli sforzi instancabili di James Murdoch, noto manager artistico e pianista australiano, nel 1976 Glanville-Hicks torna a viverci stabilendosi definitivamente il 19 dicembre a Paddington, 45 Ormond Street, nel centro di Sydney. 

Seppure la sua immagine pubblica era impeccabilmente coltivata, nascondeva una vita privata segnata da amori infelici, povertà testarda e ampia creazione di opere compositive. Evocativa ed intricata, Peggy spazza via decenni di miti e narrazioni per fornire un ritratto di una figura straordinaria dei suoi tempi.

Prepara e ordina la sua casa nel migliore dei modi accogliendo con sé le cose più care.

Colloca il suo malconcio pianoforte a coda accanto alla finestra del soggiorno, appende il dipinto firmato Ithell Colquhoun appartenuta alla madre nella sua camera da letto e sistema le sue gabbie per uccelli sul retro della casa. Acquista un barboncino color cioccolato che chiamò Kimon Wolley de Pooh, chiamato da tutti Pooh.

Subito dopo che ha iniziato a vivere in quella casa, dipinge sulla parete nord del cortile, un murale in stile greco. Esso è un autobiografico poiché le caratteristiche del dipinto alludono alla sua carriera professionale ed alle sue composizioni. Sono inclusi anche elementi dei suoi viaggi come ad esempio i dipinti nelle tombe etrusche ed i fantastici vasi greci.

Il murale ha le dimensioni come attualmente conserva: altezza 2,38 m e lunghezza 4,64 m. È dipinto su un sottile strato di intonaco, direttamente sulla parete con i corsi di mattoni visibili. La decorazione principale del murale è un fregio di due carri che si muovono a destra con cavalli bianchi, gialli e marroni. I “cavalieri” sono maschi e femmine. La figura è ritratta nello stile caratteristico dell’arte greca del periodo arcaico (700-480 a.C.). 

L’auriga sul murale che guida i cavalli color marrone e giallo ha una sporgenza busto superiore simile al seno di una donna. Il trattamento delle caratteristiche facciali e dei capelli della figura sul murale dà anche l’aspetto di una figura femminile piuttosto che maschile. La rappresentazione di una donna auriga nell’arte greca arcaica sarebbe molto insolita.

La rappresentazione di una donna, in particolare come figura centrale della scena, in azione e in a ruolo tradizionalmente maschile, potrebbe essere interpretato come un particolare tratto caratteristico che aveva le donne, note per le loro azioni pubbliche, come i personaggi centrali delle sue opere in Nausicaa (1960) e della poetessa greca Saffo in Saffo (1963). In effetti, la figura potrebbe alludere a Peggy che ha proseguito la sua carriera in un mondo musicale dominato da uomini. 

Potrebbe anche suggerire che l’abbia fatto per trasmettere visione di se stessa come donna che entra in un mondo professionale maschile. 

Nel 2013, la parte del cortile viene chiuso in modo che il murale è ora collocato nella stanza, sul retro della Peggy Glanville-Hicks Composers’ House. 

Conseguenze della malattia e della chirurgia

Non c’è dubbio che, se non fosse stata resa invalida dal tumore al cervello e dall’intervento chirurgico nel 1967, Peggy Glanville-Hicks avrebbe continuato a creare nuove opere e sviluppare i suoi numerosi interessi, non solo come compositrice ma anche come scrittrice. Era una donna grintosa, determinata e passionale, angosciata dalla riluttanza del mondo della musica ad accettare compositrici donne, per tutta la sua carriera firma le sue opere come “PG-H” oppure P. Glanville-Hicks.

Divenne cieca verso la fine della sua vita e muore il 25 giugno 1990. È sepolta nel cimitero di Field of Mars, Ryde.

Conservare la memoria

La sua casa Paddington è stata lasciata in eredità alla nazione come dono alle future generazioni di compositori australiani, istituendo un fondo per consentire alla casa di essere utilizzata per residenze di un anno e osservando che è evidente che il tempo libero e il silenzio sono prerequisiti assoluti per i compositori impegnati nelle attività creative. 

Dal 1999 esiste un forum annuale, relativo alla creazione e all’esecuzione della musica australiana chiamato Peggy Glanville-Hicks Address e dal 2019 è gestito dall’Australian Music Center. 

La casa fu restaurata con l’aiuto dell’Arts NSW, dell’Australia Council for the Arts e degli sponsor, è stata ufficialmente aperta dal Ministro delle Arti Peter Collins a mezzogiorno dell’11 ottobre 1993 ed il primo compositore residente fu Gordon Kerry. 

Attualmente è mantenuta grazie al sostegno dell’Australia Council of Arts e dell’APRA-AMCOS, integrati da royalties dalle opere di Peggy Glanville-Hicks.

Le composizioni per flauto

Prelude for a pensive pupil (1958) per flauto e pianoforte

Sonatina (1939) per flauto e pianoforte

Peggy Glanville-Hicks, Sonatine per flauto e piano
Live from “Novembre Musica ’86 Festival” Rimini, Italia Theater, 1986
D. Salvatore: flute; G. Fagnocchi: piano

Sonata (1950) per flauto, corno e pianoforte

Concertino da camera (1946) per flauto, clarinetto, fagotto e pianoforte

Peggy Glanville-Hicks, Concertino da camera per
Flauto, clarinetto, fagotto, pianoforte

Live performance from the 2021 Brisbane Music Festival.
Jemima Drews (flute), Dario Scalabrini (clarinet), Andre Oberleuter (bassoon), Alex Raineri (piano)

Girondelle for Giraffes (1957) per flauto, trombone, contrabbasso, batteria, percussioni

Musica Antiqua no.1 (1957) per 2 flauti, arpa, marimba, timpani, 2 percussioni

Concerto (1937) per flauto e orchestra

Pre-Columbian Prelude and Presto (1957) per ottavino, flauti, pan pipes, whistles, own, armadillo, maracas, scraper, drums, conch, handclapping

Thomsoniana (1949) per Voce/soprano, flauto, corno, string quartet, pianoforte

Hylas and the Nymphs (1935) balletto per flauto, arpa, archi e percussioni

Masque of the Wild Man (1958) balletto per orchestra da camera: flauto, archi, arpa, celesta, timpani, percussioni, pianoforte


BIBLIOGRAFIA

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https://www.pghcomposershouse.com/history (consultato il 27 maggio 2023)

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Vilma Campitelli

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VILMA CAMPITELLI, flautista, nata a Lanciano (CH) ha seguito gli studi musicali presso il Conservatorio di Pescara, presso la Hochschule di Winterthur (Svizzera) e laureata in “Discipline Musicali” presso il Conservatorio di Campobasso con votaz.”110 e lode con menzione”

Vanta nel suo curriculum concerti sia da solista che in formazioni cameristiche tenendo esecuzioni in paesi Europei, Asiatici ed Americani riscuotendo unanime successo di pubblico e di critica.

Ha inciso per la Edipan (Roma), Luna Rossa Classic (Lecce), Fabrik Music (Francia), effettuato registrazioni radio-televisive per diversi programmi RAI e collaborazioni artistiche in campo teatrale.

Scelta dalla Fondazione Adkins Chiti Donne in Musica (Fiuggi-Italia), ha svolto da “studiosa-residente” il progetto europeo WIMUST finalizzato a promuovere la musica e talenti, il repertorio e le strategie per la piena attuazione della risoluzione 2009 dell’UE per le pari opportunità in ogni Stato membro. Nel 2018 interamente sotto la sua cura, è stato pubblicato il volume Compendium Musicae Flauta (ed. Smasher), la prima opera universale sul repertorio flautistico scritto da compositrici. Ha inoltre pubblicato articoli su biografie di compositrici e ricerche in campo della musica esperienziale. 

Attualmente è docente di flauto presso il Conservatorio “U. Giordano” di Musica di Foggia, sez. di Rodi Garganico, Italia.