L’home recording: registrazioni di livello professionale

di Onorio Zaralli

Fino a qualche decennio fa, se si voleva registrare un brano per flauto solo o per un ensemble musicale, bisognava recarsi presso uno studio di registrazione, pagare sala, apparecchiature e tecnici, attendere diversi giorni per avere la nostra registrazione.

Di fatto, pochi erano i musicisti che potevano permettersi questo “lusso”: per i più, restava semplicemente un sogno.

Grazie ai progressi della tecnologia, oggi tutti – o quasi – possono allestire uno studio di “home recording”, ossia un set di apparecchiature di buon livello e dai prezzi accessibili per poter realizzare registrazioni di livello semi-professionale.

Occorrono innanzitutto:

  • un computer con un programma di audio editing, come Audacity, presentato nella edizione di Giugno di questa Rivista;
  • uno o più microfoni, completi di aste e cavi di collegamento;
  • un registratore.

Cerchiamo ora di conoscere da vicino questi diversi devices.

I microfoni

Il microfono è importantissimo. La sua qualità di performance condiziona la qualità della registrazione. E’ come l’orecchio umano: se questo organo non funziona al meglio, non riuscirà certamente ad apprezzare la complessità dei messaggi sonori che riceve dall’esterno.

Per quanto rigurada lo spazio sonoro da registrare, ci sono diverse tipologie di microfoni. Possiamo ricondurli principalmete a due:

  • i microfoni panoramici;
  • i microfoni unidirezionali.

I microfoni panoramici riescono a captare un ampio spazio sonoro. Ad