Il flauto tra ragione e sentimento

di Mirella Pantano

Quanto siamo consapevoli delle nostre capacità e di come funziona la nostra meravigliosa macchina dell’apprendimento? Conosciamo   tutte quelle strategie e risorse che sono indispensabili per eseguire un brano in modo efficace? Quando arriva il momento in cui il linguaggio musicale diventa parte della nostra natura, espressione fisica e emotiva oltre che intellettuale?

Oggi, in questo articolo parliamo di Metacognizione musicale e inconscio.

Iniziamo con il dire che la capacità metacognitiva è la capacità alla quale ogni musicista, ogni esecutore, ogni flautista attinge nel momento in cui esegue una composizione. Questa è il bagaglio tecnico-espressivo che ci supporta durante i nostri concerti. E’ quella capacità che ci permette di scegliere il tipo di suono, il tipo di staccato, il tipo di fraseggio da usarsi in ogni singolo e piccolo momento del brano che stiamo eseguendo; è quella capacità che ci permette di essere noi stessi e di trasmettere le nostre idee e i nostri stati d’animo. La capacità metacognitiva è, e sarà, il nostro bagaglio più prezioso perché essa si è formata ed è cresciuta assieme alla nostra storia di strumentisti e musicisti e ad essa si affida la nostra anima di sublimi artisti.

Essa, applicata allo studio di uno strumento musicale, stimola i processi di auto-riflessione, controlla il pensiero, supervisiona i processi della nostra mente e come lavora il nostro corpo, al fine di favorire l’apprendimento consapevole.

Essa riguarda, quindi, molteplici aspetti del funzionamento mentale che possono ricondursi tutti al loro effetto ultimo cioè ad acquisire la capacità di stare nel presente, guardare il nostro lavoro come spettatori di noi stessi e, attraverso l’auto-osservazione, organizzare i  molteplici processi mentali, adeguandoli al compito da svolgere, creando un percorso di costruzione del sapere personale e  strategie per padroneggiarlo di modo che ogni flautista, con la pratica,  impari a costruire la propria teoria e con la teoria, impari a costruire la propria pratica in un eterno girotondo di ricerca.

La routine giornaliera, attraverso la ripetizione costante, ci permette di metabolizzare ed assimilare i processi mentali e fisici, di sviluppare l’introspezione e la capacità di guardare dentro i propri meccanismi di controllo con il monitoraggio e l’autovalutazione, di sviluppare la nostra capacità riflessiva esercitando il cosiddetto pensiero critico e divergente. Conoscere meglio i nostri processi di esecuzione e le sue fasi significa conoscere meglio noi stessi, le risorse che mettiamo in campo e saper gestire i nostri punti di forza o di debolezza. 

In quest’ottica ogni errore non è più uno scoglio su cui disperarsi ma un elemento da conoscere, da capire e da cui partire per raggiungere una maggiore consapevolezza: esso quindi non ci allontana dal nostro obiettivo finale ma, viceversa, diventa il punto di partenza per cercare e trovare nuove strade da sondare, valutare e percorrere. 

Tutto questo porta ad una continua rimodulazione della propria conoscenza dello strumento e della propria esperienza al fine di rendere consapevole il nostro approccio cosciente e riflessivo sia durante il momento dello studio, sia quello delle prestazioni.

La metacognizione diventa, quindi, uno strumento indispensabile in nostro possesso per ricordare, esplicitare, far emergere le difficoltà e le problematiche al fine di interrogarsi, prendere le distanze da esse, analizzare la nostra risposta corporea ed arrivare alla rielaborazione consapevole della prassi teorico-interpretativa.  

I processi di auto-regolazione, una volta acquisiti innescano quel susseguirsi di risultati gratificanti che immancabilmente portano miglioramenti anche sul piano motivazionale e, di conseguenza, artistico. Nella fase “di previsione” teniamo conto dei processi che anticipano l’apprendimento: tali processi possono essere insegnati attraverso varie tecniche ed è compito del buon docente rendere il proprio allievo consapevole degli atteggiamenti visibili e non visibili, ma che risulteranno indispensabili alla formazione del novello artista. 

Con lo sviluppo della metacognizione si favorisce nell’allievo il pensiero critico: egli si valuterà, reagirà secondo le varie situazioni, ricercherà, sperimenterà e   verificherà varie soluzioni e sarà sempre pronto a rimettersi in gioco al fine di riuscire a comunicare al meglio le proprie emozioni.

Caratteristiche emotive necessarie in quanto, mancando questa auto-riflessione esso conserverà le proprie tendenze, distorsioni, errori e suo malgrado ne aggiungerà altri, accumulando così la frustrazione data dalla incapacità non solo di risolvere passi tecnici e meccanici delle composizioni ma di non riuscire a comunicare al pubblico il suo pensiero artistico e le sue emozioni.

È importantante puntualizzare e ricordare che il processo metacognitivo è presente prima, durante e dopo il raggiungimento dell’obiettivo. 

Il risultato musicale, la suprema espressione dell’anima arriverà solo e soltanto dopo che il nostro corpo, consapevole degli elementi acquisiti, si annienterà affinchè la musica sgorghi da esso per librarsi, ineffabile, nell’universo infinito. 

“Fra tutti i linguaggi, la musica riunisce i caratteri contraddittori d’essere a un tempo intelligibile e intraducibile” 

Strauss

Un percorso di apprendimento funzionale deve permettere ai flautisti in formazione di connettere le diverse parti di sé: mente, pensiero, emozioni, sensazioni e di saper riconoscere e sviluppare la propria capacità creativa. Per ottenere questo risultato il processo di apprendimento deve coinvolgere l’aspetto percettivo, motorio e psicomotorio, motivazionale, cognitivo e metacognitivo, musicale e espressivo, il tutto in un perfetto equilibrio tra anima e corpo.

Una volta raggiunto questo equilibrio entra in campo l’inconscio: esso è la parte della nostra intelligenza che esegue in automatico tutti i processi e azioni mentali quali analizzare, ragionare e decidere: facoltà che non sono riservate solo alla mente conscia. L’inconscio, infatti, è sempre al lavoro per soddisfare i nostri desideri più intimi e segreti ed eseguire gli ordini che nostra anima impartisce al nostro corpo: dall’inconscio sorge, come un fiume inarrestabile e infinito, tutta l’energia che l’universo riconosce come arte. 

Sento che la musica deve toccare le emozioni prima e l’intelletto poi.

M. Ravel

La musica non spiega, non descrive, ma lascia immaginare. 

Durante il concerto il flautista unisce in un’unica energia gli impulsi dell’anima con i processi di realizzazione del corpo e il corpo vibra perché l’inconscio vibra dentro di lui fondendo, in un unico suono, anima e corpo. Infatti, sappiamo bene che il corpo e la mente sono un’unica cosa, indissolubilmente legati e la musica nasce come espressione dell’unità somatopsichica: da essa viene sentita, pensata, immaginata, creata ed espressa.

Nell’inconscio risiedono tutte le nostre più forti, più potenti emozioni e la musica è l’arte che più di tutte riesce a creare l’alveo necessario sia per arrivarci, sia per farle uscire. Chiunque avanzi sul cammino dall’auto-realizzazione deve inevitabilmente riportare alla coscienza i contenuti del suo inconscio personale, allargando in tal modo e in grande misura il campo della sua personalità.

“Il potere di ottenere ciò che vuoi ottenere è tutto nella mente, in particolare nell’inconscio.”

Carl Gustav Jung

e Hoffmann scriveva:

“La musica dischiude all’uomo un regno sconosciuto; un mondo che non ha nulla in comune con il mondo sensibile esterno che lo circonda e in cui egli si lascia alle spalle tutti i sentimenti definiti da concetti per affidarsi all’indicibile”».

L’inconscio può essere nostro alleato o nostro nemico infatti se esso ha una convinzione che è in opposizione al nostro obiettivo, combatteremo una battaglia che probabilmente non porterà alla realizzazione dei nostri ideali. Se continueremo a pensare di non riuscire sicuramente non riusciremo, mai. Una volta che il nostro inconscio è d’accordo con i nostri obiettivi avremo un potente alleato. Se il flautista è completamente motivato il suo inconscio si conformerà all’immagine che egli ha di sé. E’ possibile, puoi portare il nostro inconscio ad allearsi con i nostri desideri e i nostri obiettivi, eliminando le convinzioni limitanti del tipo “non ci riuscirò mai o è troppo difficile per me” e programmando strategie che siano garantite nei risultati, unite alla nostra convinzione renderemo   più accessibili gli obiettivi desiderati. Questo è il potere della mente inconscia! 

Quando si fissano obiettivi e si inizia il processo, è fondamentale coinvolgere il proprio inconscio in modo che utilizzi il suo potere per te, non contro di te. Si può insegnare al nostro inconscio ad essere dalla nostra parte, uno dei modi è la ripetizione: questa tecnica porta a rendere automatiche tutte quelle azioni che eseguiamo di frequente nella routine giornaliera. Così facendo crescerà la nostra sicurezza e il nostro io interno si tranquillizzerà, supportandoci durante i nostri momenti di espressione e comunicazione artistica.

 L’inconscio non riesce a distinguere tra le informazioni che arrivano tramite i nostri sensi e quelle che generiamo direttamente nella nostra immaginazione. Perciò fare un qualcosa realmente o immaginare di farlo, per lui, è uguale. Sfruttando questa caratteristica possiamo imparare e perfezionare un’attività elaborandola nella nostra immaginazione. Personalmente uso questa tecnica molto spesso con i miei allievi, ad esempio     facendo immaginare loro l’atmosfera o il luogo che vogliono descrivere con i suoni. Questa “fantasia” ci porta a rendere il brano   con il colore giusto, intensificando così sia l’estetica, sia la poetica della composizione.

Ci vuole più dei nostri desideri e decisioni consapevoli per ottenere ciò che vogliamo. La mente conscia stabilisce gli obiettivi ed è la nostra mente inconscia che ottiene gli obiettivi. Per spiegare la struttura della nostra mente, Sigmund Freud paragonò questa ad un iceberg, nel quale la parte che emerge dall’acqua corrisponde alla mente conscia, mentre la parte sommersa, più grande e celata dall’acqua, rappresenta l’inconscio.  Si può idealmente pensare all’interazione tra un regista e i suoi attori: la   mente cosciente è il regista. Egli decide cosa faranno gli attori e dice loro quando recitare e come recitare. La mente inconscia sono gli attori, coloro che effettivamente creano la scena dopo che gli è stato richiesto cosa e come fare. Senza la mente inconscia, non si farebbe un buon teatro così come un gruppo di orchestrali senza il direttore non farebbero musica, la più sublime delle arti.

 Diceva Friederic Schelling:

“L’arte deve iniziare con consapevolezza e terminare nell’inconscio, cioè oggettivamente: l’io è consapevole rispetto alla produzione, l’inconscio rispetto al prodotto.”

E aveva ragione.

Se avete trovato interessanti spunti di riflessione, vi invito dunque, su questa rivista, a leggere i miei precedenti articoli che toccano aspetti esclusivi sul flauto e sulla didattica e se vi può interessare seguite i miei corsi e le mie masterclass inviandomi le vostre richieste alla mail mirellapantano@libero.it.


Mirella Pantano

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Consegue il diploma in FLAUTO traverso con il M.C. Tamponi e A. Pucello Svolge concertistica   come solista, in orchestre sinfoniche, televisive, musica da camera e si occupa di didattica flautistica . Collabora, suona e si forma nel suo percorso musicale con numerosi artisti Italiani ed Internazionali tra i quali: Dan MORETTI e Garrison FEWEL del Berklee  College of Music di Boston ( USA), Jenny B, Ennio MORRICONE, Massimo MANZI, Roberto PREGADIO. Vince TEMPERA Amii STEWART, Cecilia GASDIA, Eric DANIEL, Chiara TAIGI .Pablo COLINO, Albano CARRISI, Michael BOLTON, Paolo PONZIANO CIARDI, Enrico CASTIGLIONE, Roman NICOLAEV Marco ZUCCARINII ,Daniele PARIS, Cesare CROCI, Franco VASSELLI, Silvano BUSSOTTI, Lino PATRUNO, Vincenzo MARIOZZI, Pippo CARUSO, Dacia Maraini…… 

Partecipazioni a produzioni radiofoniche e televisive quali: 

  • CANALE 5 – “La corrida “Presentata da Jerry Scotti 
  • Flavio Insinna nell’orchestra Diretta dai maestri Roberto Pregadio e Vince Tempera, P. Pintucci 9 Edizioni: dal 2002 al 2011 
  • RAI UNO – “Domenica In” orchestra Diretta Dal Maestro Pippo Caruso con Il Flauto basso 
  • CANALE 5 – incisione della colonna sonora della fiction “I Liceali” ,Amici e Nemici atto secondo –
  • RAI INTERNATIONAL – Concerto di Natale 2009 Roma DIR. M. Ennio Morricone 
  • RAI UNO – “I Giovani incontrano l’Europa” con Silvano Bussotti 
  • RADIO UNO – “Concerto Trio Nuova Sinfonia”, Programma “Giovani Talenti “come solista 

Partecipa come arrangiatore adattatore e flauto solista a numerosi spettacoli teatrali con Paola Gasman in La vera storia di Eleonora Duse.,in” A come” con Edoardo Siravo cantante solista e ideatore  Francesco Marzi , allo spettacolo ‘La trasfigurazione simbolica della storia vera del pittore svizzero Arnold Böcklin.’ Spettacolo teatrale in due atti “IL SOGNO DI CLIO” 

Incide album “Sentimental Bass Flute”al flauto basso produzione indipendente, l’album “A LITTLE BIT OF LUCK” per flauto solista ed orchestra e per la Edipan   brani di musica contemporanea con flauto e ottavino, brani nel disco Cassical Contemporary Emotion Deneb Records flute G…..distribuito in Giappone…al Disco Dedicato pensieri di Papa J.M Bergoglio ed Live   Aid  Symphony orchestra ensemble, etc

Svolge attività concertistica  esibendosi ,gruppi da camera, in duo pianistico  e orchestre con: Mirella Pantano flauto 5ET , Ensemble di Rondò in costume d’epoca FANTASIA VENEZIANA, Ensemble di flauti MULTIPHONIA, Quartetto ARMONIA, trio MODERNO, trio NUOVA SINFONIA, Orchestra Sinfonica del Conservatorio Licinio Refice di Frosinone,  Orchestra Ottorino Respighi Direttore Daniele  Paris , Cesare Croci, Franco Vasselli, Orchestra  ARCHETTO di Ekaterinburg  (Russia) Direttore dir romano Nicolaev, Orchestra de “La Corrida.” M. Roberto Pregadio, M. Vince Tempera, M. Piero Pintucci…orchestra ‘Domenica in’ M Pippo caruso

E’ interprete della prima Assoluta   del brano di musica contemporanea “Glady” del M ° Eraclio Sallustio, del brano “Pneuma” del M ° Claudio Monteleoni e di  brani del M ° Virgilio Mortari.

Frequenta nella sua formazione corsi di perfezionamento per Flauto Traverso (Alfredo Pucello ), musica da Camera (Marco Zuccarini), Master Class di jazz, improvvisazione (Dan Moretti, Garrison  Fawell del Berklee College of Music di Boston ( USA),), Direzione d’Orchestra e Direzione bandistica (Daniele Carnevali, L. Pusceddu).