Violet Archer (1913-2000)

Antesignana della musica moderna in Canada

di Vilma Campitelli

Abstract

Pianista, compositrice, organista, percussionista, didatta di Montréal (Quebec  Canada). Nata col nome di Violetta Balestreri, la sua famiglia anglicizzò il cognome in Archer nel 1940. Figura fondamentale della composizione canadese, la sua musica è stata eseguita in tutto il mondo e le è valsa riconoscimenti e premi internazionali. 

Nel 1983 viene nominata membro dell’Ordine del Canada per il suo diversificato corpus di opere e per l’utilizzo delle tecniche musicali sia tradizionali che contemporanee. Fu leader tra le donne compositrici del suo secolo e dedita nel portare la musica contemporanea al pubblico di nuova generazione.

Il 1900 fu un periodo vitale per il mondo musicale femminile ed esso fu senza dubbio un secolo complesso a causa delle grandi rivoluzioni culturali e sociali che coinvolsero ogni aspetto del vivere quotidiano.

Molte compositrici riuscirono ad imporsi in una storia scritta tutta al maschile mettendosi in positiva competizione con i loro colleghi.

Spesso la composizione per le donne è stata un’attività svolta oltre l’essere mogli, madri, insegnanti, musiciste, etc. e loro potevano sì imparare la musica ma non la potevano esercitare come un mestiere. Le convenzioni sociali e culturali sono state a lungo un ostacolo alle carriere femminili ed in questo contesto, molte donne si imposero ricoprendo un ruolo sempre più centrale e significativo.

Il Canada riconosce l’importante ruolo alla compositrice Violet Archer vissuta nel pieno periodo di questo cambiamento e ne discerne la sua storia fatta di resilienza e perseveranza. Violet si apre a un percorso come autrice di musiche ed educatrice di spicco ma la sua vita è segnata da due guerre mondiali e da una depressione economica globale che la colpirono profondamente.

Durante la settimana di festeggiamenti per il suo ottantesimo compleanno (24 aprile 1993), Violet Archer rilascia un’intervista al programma radiofonico della CBC “Edmonton AM”, che conclude con il seguente aneddoto:

“Ho avuto molto tempo fa una vicina di casa che viveva proprio di fronte e di tanto in tanto passava da me. Un giorno mi chiese: “Tu cosa sai fai fare?” Allora le ho spiegato che insegno all’università. Aiuto gli studenti che vogliono diventare musicisti ma ci sono anche quelli che non lo vogliono diventare, tuttavia spero di poterli ancora aiutare ad apprezzare la musica.

E io stessa sono una compositrice e scrivo musica, ma per guadagnarmi da vivere sono un insegnante di musica. E tu sai, alla fine di tutto questo, la vicina mi ha guardato ancora con quel modo e mi ha chiesto: “Ma tu cosa sai fare?””

La frequente incapacità della società di comprendere l’attività creativa non è certamente cosa insolita, ma le sfide affrontate da una donna della sua generazione che cercava spazio per sé in una professione che fu interamente dominato dagli uomini, è stato un caso eccezionale. 

I primi anni (1913-1949)

Violet Louise Teresa Balestreri Archer nasce a Montréal il 24 aprile del 1913 come Violetta Balestreri ma nel 1940, al fine di anglicizzare il nome, la sua famiglia lo cambiò in Violet Archer. Infatti Archer è la traduzione inglese del nome italiano Balestreri ma Violet lo volle conservare con sé come una sorta di nome personale.

Violet era la terza di quattro figli. I genitori, Cesare e Beatrice, erano di origine italiana immigrati in Canada per iniziare una nuova vita. Lasciarono i primi due figli Giovanni e Fernando di 5 e 4 anni in Italia dai nonni materni con l’intenzione poi di tornarci a lavorare. Beatrice progettava di tornare a Como (Italia), sua terra d’origine, ma nel 1913 la gravidanza e la nascita di Violetta ritardarono i suoi piani.

Con la crescente instabilità politica in atto in Europa e l’avanzare del primo conflitto mondiale, Beatrice decise di tornare in Italia per prendere i suoi due figli. Violet ha appena 14 mesi e con la madre giungono in Italia per poi espatriare insieme ma finirono per rimanere bloccati per tutta la durata della guerra. Vi rimasero per 5 lunghi anni e tornarono tutti in Canada soltanto alla fine delle ostilità. 

Violet visse i primi anni di vita in Italia, impara la lingua italiana prima dell’inglese e del francese e riceve le prime istruzioni musicali. 

Violet racconta in una intervista:

Ero in Italia quando è scoppiata la guerra e per un breve periodo abbiamo vissuto in un albergo. Avevamo una stanza in un hotel, quindi lì c’era un letto per i due fratelli ed io dormivo con mia madre. Avevo circa due anni.

Ma c’era un pianoforte al piano di sotto nella sala da pranzo. La signora che gestiva l’albergo, la padrona di casa, aveva una figlia e ogni volta che la figlia suonava il pianoforte: era qualcosa di straordinario! Il suono del pianoforte mi ha semplicemente ipnotizzato. Era come se lanciava un incantesimo su di me. Invece se udivo un violino, irrompevo in lacrime. Mi faceva piangere.”

I genitori di Violet non erano musicisti ma erano amanti dell’opera dai quali ne trasse una grande eredità. Suo padre era uno chef, da giovane suonava il clarinetto e lavorava presso il ristorante del “Teatro alla Scala” di Milano dove conobbe personalmente tutte le grandi personalità che passarono per il teatro. La madre era una cantante dilettante ed appassionata di arie d’opera.

Durante il soggiorno a Como, Violet visse anni di piene relazioni con i nonni, gli zii ed i tanti cugini.

La guerra finì nel novembre del 1918 e la famiglia Balestreri finalmente ottiene i visti per il passaggio a Montréal a bordo del transatlantico da guerra “Belvedere” salpando da Genova il 13 giugno ed arrivando a New York il 1° luglio 1919.

Violet fu sradicata dall’unica casa e famiglia che avesse mai conosciuto per essere restituita al suo luogo di nascita. Il nuovo paese le era completamente estraneo ma sapeva essere ricongiunta con il padre che stava incontrando essenzialmente per la prima volta. Questa esperienza si è rivelata importante ma l’amore per la musica fu così forte che mai si cancellò dentro di sé. 

Violet trascorre a Montréal gran parte della sua infanzia da sola. I suoi due fratelli maggiori si facevano compagnia l’un l’altro e sempre la lasciavano fuori dai loro giochi. Aveva già nove anni quando nasce sua sorella minore Carolina (Carolyn) ma anche in questo caso la differenza di età non le permetteva un rapporto alla pari. 

Lei continua a ricordarsi ancora seduta per ore da sola sul balcone dell’appartamento di Como, e sognare ad occhi aperti, a immaginare piccole storie ed a inventare melodie e canzoni. La musica resterà sempre la sua compagna fedele.

Ricorda che nel gennaio del 1921, tre mesi prima del suo nono compleanno, il suo sogno a lungo accarezzato di imparare a suonare il pianoforte diventa realtà. L’evento più eccitante della sua infanzia è stato l’arrivo del pianoforte. Dal momento che nessuno dei suoi i fratelli impararono a suonare, lo strumento finì per essere considerato di sua proprietà. 

Violet ricorda: “Oh! Quando arrivò il pianoforte, ero assolutamente in paradiso. Ho pensato che fosse qualcosa di veramente straordinario. Avevo un pianoforte verticale tutto per me! Io lo volevo assolutamente suonare.”

Fu durante la sua adolescenza che Violet prese la decisione di perseguire una carriera nella musica ed a 16 anni compone già i suoi primi lavori e nel 1930, all’età di 17 anni si diploma alla Montréal Hight School for Girls, nel 1934 ottiene il certificato di insegnante in Pianoforte presso la McGill University, nel 1936 il Bachelor in Music e nel 1938 l’Associate Diploma del Royal Canadian College of Organists.

Erano gli anni della Grande Depressione economica, il padre perdette il lavoro e la famiglia di Violet non era più in grado di offrire un sostegno economico ai suoi studi. Per potersi aiutare a pagare le spese per la sua formazione al Conservatorio McGill, Violet inizia a lavorare nel campus universitario come accompagnatore al pianoforte di un insegnante di canto, suona come organista in molte chiese di Montréal e poi successivamente insegna pianoforte a giovani generazioni. Amava educare ed in poco tempo finì per avere una classe di quaranta studenti.

Attraverso il suo lavoro di accompagnatore pianistico Violet ha acquisito un valore inestimabile sulla conoscenza del repertorio vocale e le sarà di fondamentale aiuto per la professione futura.

All’Università McGill, Violet studia percussioni, pianoforte con Dorothy Shearwood-Stubington, organo con J. J. Weatherseed, composizione con Claude Champagne e Douglas Clarke.

Nel 1940 fece il suo debutto formale come compositrice per orchestra con la composizione Scherzo sinfonico eseguita dall’orchestra di Montréal diretta da Douglas Clarke. L’anno successivo Sir Adrian Boult scelse la sua Britannia – A Joyful Ouverture per una trasmissione della BBC il 19 marzo 1942. L’opera fu successivamente registrata e trasmessa dalla BBC alle forze armate in Europa. La sua prima composizione pubblicata fu Three Scenes for Piano nel 1946.

Violet collaborò come percussionista dal 1940 al 1947 presso la Montréal Women’s Symphony Orchestra, un periodo di tempo in cui le principali orchestre non ammettevano donne nei loro complessi. 

L’Orchestra era diretta dalla violinista Ethel Stark. Violet racconta che la nascita del gruppo fu casuale: “Beh, è stata avviata da un gruppo di donne che ha pensato:

“Perché non possiamo avere un orchestra femminile?” Quindi con tutte queste signore abbiamo provato di notte perché molte di loro erano donne che lavoravano negli uffici, le altre erano casalinghe ed anch’io lavoravo tutto il giorno insegnando pianoforte ai miei studenti. E l’abbiamo messa insieme così. E siamo diventate davvero un’ottima orchestra. In effetti, l’orchestra maschile ci considerava sua concorrente.”

Violet nel 1942 realizza il sogno di studiare composizione con Béla Bartók a New York. Ricorda, tuttavia che qualche anno prima aveva comprato casualmente un suo spartito per pianoforte in un negozio di musica. Si intitolava Dieci pezzi facili e le erano piaciuti tantissimo di come l’autore aveva realizzato le armonizzazioni su alcuni canti popolari ungheresi. Da lì il pensiero costante che lui sarebbe stata la persona da cui imparare.

Ogni lezione costava dieci dollari ed erano tanti soldi all’epoca. Lei racconta:

In una nostra breve corrispondenza l’ho ringraziato per avermi accettata ad essere sua allieva e gli ho detto quanto fossi felice. Ci demmo appuntamento per gli incontri a New York a partire dal mese di luglio. Arrivata a New York gli ho telefonato, e mi accorda un orario per andare da lui. Dovevo prendere la metropolitana ma poi ho sbagliato e mi sono persa. Sono finita alla fine di quella linea dove c’era un cimitero chiamato Woodlawn Cemetery. Mi sono agitata ed ero praticamente in lacrime. E sono dovuta scendere perché ero al capolinea.

C’era una casa alle porte di quel cimitero e mi sono detta: “Ho il coraggio di suonare il campanello e chiedere se posso usare il telefono?” Ci sono riuscita. Con grande paura e tremore, l’ho fatto, e qualcuno ha aperto la porta, e ho spiegato che avevo sbagliato metro e mi ero persa e se potevo usare il telefono. La famiglia gentilmente acconsentì.

Così ho chiamato il signor Bartók; e mi ha detto: “Cos’è successo? Ti ho detto come per arrivare qui. Come ti sei persa?” Dissi: “Beh, ho preso la metropolitana sbagliata”. Poi mi ha dato appuntamento per il giorno successivo. Quindi sono tornata indietro e quello fu il mio primo incontro con Bartók.”

Violet ha ampliato la visione compositiva sotto la guida di Bartók. Ha acquisito una maggiore consapevolezza della tonalità, del ritmo, dell’espressione e l’uso dell’armonizzazione nelle melodie e canzoni popolari.

Bartók muore nel 1945 e fu solo allora che Violet viene a sapere che era lei una dei soli tre allievi dei suoi ultimi anni in America. 

Nel 1947 Violet entra nel programma del Master in composizione alla Yale University (USA) dove studia con Paul Hindemith. L’approccio rigoroso di Hindemith all’insegnamento della composizione le ha dato la tecnica e la disciplina che aveva cercato a lungo. Le sue lezioni di teoria e contrappunto furono svolte con una “mentalità geniale”. Apprende l’insegnamento fondamentale che manterrà per tutta la sua carriera. Da lui comprende che un compositore deve conoscere gli strumenti per i quali scrivere e deve cercare di lavorare con gli esecutori, per quanto possibile. Violet sente per la prima volta che le sue aspirazioni sono reali per una scelta definitiva verso la musica.

Il papà Cesare si oppone fermamente alla sua decisione di diventare una compositrice. Lei ricorda:

Mio padre pensava che fosse strano che non mi sposassi. Lui era una brava persona ma conservatore nel pensiero. La sua educazione, nel concetto europeo, era che una ragazza doveva essere preparata per il matrimonio. Le sue obiezioni erano radicate nella sua visione tradizionale di ciò che costituiva una idonea occupazione per una donna così come nella sua paura che sua figlia non sarebbe stata in grado di guadagnarsi da vivere dignitosamente.

Io ero determinata a raggiungere il mio obiettivo e certamente questo ha causato una notevole tensione nelle nostre relazioni. Però alla fine della sua vita mio padre confidò a mia madre che avevo avuto ragione nella scelta. Mia madre aveva tanta pazienza con me ed aveva compreso anche lei che avevo fatto la scelta giusta.”

La maturità (1950-2000)

Dal 1950 al 1953 Violet fu Composer-in-Residence presso la University of North Texas. Dal 1953 al 1961 fu docente presso l’Università dell’Oklahoma. Nel 1958 ottenne una commissione da New Orleans per comporre un lavoro per il primo festival inter-americano tenuto a Washington D.C. e lei fu la prima canadese a parteciparvi.

Nel 1961 torna in Canada per conseguire un dottorato presso l’Università di Toronto ma sfortunatamente non è stata in grado di completarlo perché sua madre era malata terminale e, per accudirla, dovette raggiungerla a Montréal. Sebbene Violet abbia avuto questa breve pausa dalla vita musicale, riceve nel 1962 un’offerta dal dipartimento di musica dell’Università di Alberta a Edmonton.

Lei accettò il lavoro e lì divenne preside del dipartimento della facoltà di Teoria e Composizione dove rimase fino al 1998, anno del suo pensionamento. Violet ha fatto di Edmonton la sua casa, fu fiorente nella sua attività compositiva, nella sua vita personale e difese lo studio e l’esecuzione della nuova musica canadese. Nei suoi lavori ha sempre voluto evidenziare l’identità canadese e spesso ha attinto dalla poesia, dalla letteratura, dalla cultura e dalla musica popolare.

Poem for Orchestra by Violet Archer. Toronto Symphony Orchestra. Conductor: Earl Lee

Nel 1978 ha fondato l’Alberta Composers Association e nel 1985 fu membro fondatore, insieme ai suoi studenti dell’Edmonton Composers Concert Society. Nella sua vita ha composto oltre 300 lavori e la maggior parte è stata eseguita in tutto il mondo. 

Lei ha sempre vissuto il contesto della sua generazione e si è sempre interrogata sulle “convenienze” musicali necessarie da adottare per convivere con la sua contemporaneità. Si è chiesta sulle opportunità e svantaggi da negoziare con la società attraverso il feedback del pubblico amatoriale, accademico e critico e sviluppa programmi in risposta a queste esigenze pur rimanendo fedele a se stessa ed alle strategie professionali. Lei ha sostenuto fortemente che la nuova musica doveva essere condivisa già dall’età infantile al fine di essere apprezzata come patrimonio identitario e culturale.

In un’intervista le chiesero cosa avrebbe voluto ancora comporre e lei rispose:

Ah, un’altra opera lirica! Ho composto due opere ma soltanto in un atto; i nord americani non hanno l’opera lirica nel sangue come gli italiani, così ho composto molto per orchestra sinfonica e molta musica da camera, vocale e corale, ma se avessi l’opportunità scriverei una grande opera lirica.”

Il lavoro della Violet come didatta e compositrice viene riconosciuta a livello internazionale. Riceve molti premi in Canada tra cui diversi dottorati onorari, viene nominata Compositore dell’anno dal Canadian Music Council nel 1984 e diviene membro dell’Ordine del Canada nel 1983, uno dei più alti premi al merito del governo canadese. 

Nel 1987 le è stata intitolata la biblioteca della Canadian Music Center Prairie Region presso l’Università di Calgary. Altri riconoscimenti includono l’inserimento nella Cultural Hall of Fame di Edmonton e l’assegnazione del premio Sir Frederick Haultain per il suo contributo alla musica nel 1987. Un piccolo parco a Edmonton porta il suo nome e un festival musicale di tre giorni si è tenuto nel suo onore nel 1985. 

Three Sketches per orchestra. Direttore: Guy Fraser Hamilton

Lei ha contribuito a ogni genere di composizione musicale, il suo ampio e diversificato corpus di opere contengono composizioni sia tradizionali che contemporanee per ogni tipo di strumentazione, orchestra, solisti fino alla musica elettronica. Violet credeva fermamente che la poesia ispirasse la musica e stabilì una relazione con diversi poeti che prevedeva di mettere in musica la loro poesia. Le sue 335 opere includono anche composizioni per coro e per voci. Ha scritto due opere, oltre 90 opere per bambini, le colonne sonore di due documentari canadesi e un pezzo elettronico chiamato Episodes. La sua ultima composizione commissionata, completata nel 1999, è stata un’opera per fisarmonica classica e orchestra.

Violet fu membro fondatrice dell’Association of Canadian Women Composers (ACWC) un’associazione nata per promuovere la musica contemporanea e soprattutto le figure femminili del panorama compositivo.

Fece parte come componente in diverse organizzazioni professionali come il Canadian Folk Music Society, Canadian Association of University Schools of Music e Canadian League of Composers. Ha istituito un forum di compositori per i suoi studenti ed ha formato associazioni con altri musicisti. 

Symphonic Suite per orchestra. Direttore: Uri Mayer

Nel 1998 si trasferisce a Ottawa per stare più vicina ai suoi famigliari e muore il 21 febbraio 2000 all’età di 86 anni dove viene sepolta nel Cimitero di Beechwood. 

Violet Balestreri Archer dona tutta la sua produzione e documentazione all’Università di Alberta come lascito attraverso un testamento.

Violet era amica con il dottor James Whittle, bibliotecario del Dipartimento di musica dell’Università di Alberta e lui l’ha assistita nel creare un elenco dettagliato di tutte le sue composizioni e partiture conservate nella casa di Edmonton, di Ottawa e presso l’Università di Calgary. Alla morte di Violet Archer, tutto l’elenco descritto dal dott. Whittle, così come i vasti archivi di documenti testuali, sonori e fotografici sono stati depositati presso l’Università di Alberta.

Il fondo Violet Archer copre un periodo di oltre settant’anni e fornisce una preziosa documentazione delle esperienze di composizione, ricerca, insegnamento e vita del professore universitario e compositrice di musica riconosciuta a livello internazionale.

Le composizioni per flauto

2 pezzi (1947) per flauto 

Suite (1976) per flauto

Statements (1982) per flauto/flauto in Sol 

Signatures (1984) per flauto/flauto in Sol;

Simple tune (1975) per flauto e pianoforte;

Four miniatures (1991) per flauto/ottavino, pianoforte;

Fantasy per flauto, clarinetto e pianoforte;

Sonata (1944) per flauto, clarinetto e pianoforte;

Quartetto (1945) per flauto, oboe, clarinetto, fagotto;

Celebration (1983) per flauto, oboe, clarinetto, fagotto e corno;

Divertimento (1963) per flauto, oboe, clarinetto, fagotto e corno;

Quintetto per fiati (1945) per flauto, oboe, clarinetto, fagotto e corno;

Fantasia concertante 1941 per flauto, oboe, clarinetto, archi;

A spring of flowers, a song cycle (1979) su testo di Han-Ch’ing per Voce (tenore), flauto, pianoforte;

Green jade a song cycle (1982) per Voce (baritono), flauto/flauto in Sol, pianoforte 

Christmas (1955) su testo di Althea Bass per 2 Voci (2 S, Alto) flauto, arpa/pianoforte

Green jade (1982) per Voce (Baritono), flauto/flauto in Sol, pianoforte 

Cantata sacra (1966) per SATBarB soloists, flauto, clarinetto, corno, tromba, violino, viola, violoncello, contrabbasso, pianoforte;

Three Christmas carols of Canada (1994) per Coro voci bianche, flauto, percussioni, pianoforte; 

BIBLIOGRAFIA

Patricia Adkins Chiti. Donne in Musica. Roma: Armando Editore, 1996;

Kristina Alexander-Luna. The Art Songs of Violet Archer: A Performer’s Analysis and Perspective on Repertoire for Mezzo-soprano Voice.These for the degree of Doctor of Musical Arts (2022) Canada: University of Toronto .

Vilma Campitelli. Compendium Musicae Flauta, Barcellona P.G.: Smasher edizioni, 2018.

Brenda Dalen. “The Composer’s Voice: What women can do” in “Canadian University Music Review”. volume 16, numero 1, 1995. Canada: Canadian University Music Society. pagg.14-40

janet Henshaw Danielson. “Canadian Women Composers in Modernist Terrain: Violet Archer, Jean Coulthard and Barbara Pentland” Circuit: musiques contemporaines, vol 19, n.1, 2009 in “Erudit”, Canada: Universitè de Montréal, Laval et Quebec. pagg.57-70

Paul Dauphinais. The songs of Violet Archer: Tracing the evolution of one of Canada’s most prominent composers. These for the degree of Master of Music (2016) Boston: Boston University College of Fine Arts

Jessica jane Wan. Violet Archer’s “The Twenty-Third Psalm” (1952): An Analytical Study of text and Music relations Through Fibonacci Numbers, Melodic Contour, Motives, and Piano Accompaniment. Thesis for graduate and Postdoctoral Studies for the MA degree in Music Theory (2012). Canada: University of Ottawa .

Julie Anne Sadie e Rhian  Samuel. Il Dizionario Norton/Grove di Compositori di Donne. Nuova York: W.W. Norton, 1994.

Voce: Archer Balestreri Violet in Dizionario della Musica e dei Musicisti. Torino: UTET 1985.

Sonata per flauto, clarinetto e pianoforte

Ensemble: Aulos Trio. 1° Tempo: I. Allegro commodo
Ensemble: Aulos Trio. 2° Tempo: Largo e tranquillo
Ensemble: Aulos Trio. 3° Tempo: Larghetto
Ensemble: Aulos Trio. 4° Tempo: Allegretto grazioso

Vilma Campitelli

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VILMA CAMPITELLI, flautista, nata a Lanciano (CH) ha seguito gli studi musicali presso il Conservatorio di Pescara, presso la Hochschule di Winterthur (Svizzera) e laureata in “Discipline Musicali” presso il Conservatorio di Campobasso con votaz.”110 e lode con menzione”

Vanta nel suo curriculum concerti sia da solista che in formazioni cameristiche tenendo esecuzioni in paesi Europei, Asiatici ed Americani riscuotendo unanime successo di pubblico e di critica.

Ha inciso per la Edipan (Roma), Luna Rossa Classic (Lecce), Fabrik Music (Francia), effettuato registrazioni radio-televisive per diversi programmi RAI e collaborazioni artistiche in campo teatrale.

Scelta dalla Fondazione Adkins Chiti Donne in Musica (Fiuggi-Italia), ha svolto da “studiosa-residente” il progetto europeo WIMUST finalizzato a promuovere la musica e talenti, il repertorio e le strategie per la piena attuazione della risoluzione 2009 dell’UE per le pari opportunità in ogni Stato membro. Nel 2018 interamente sotto la sua cura, è stato pubblicato il volume Compendium Musicae Flauta (ed. Smasher),la prima opera universale sul repertorio flautistico scritto da compositrici. Ha inoltre pubblicato articoli su biografie di compositrici e ricerche in campo della musica esperienziale.

Attualmente è docente di flauto presso il Conservatorio “U. Giordano” di Musica di Foggia, sez. di Rodi Garganico, Italia.